Una spiegazione per attacchi di panico e stati d’ansia ingiustificati potrebbe risiedere in una zona ben definita del cervello ed essere del tutto fisiologica. I ricercatori della Mouse Biology Unit presso l’European Molecular Biology Laboratory (Embl), in Italia, hanno scoperto la base neurologica degli stati di ansietà nei topi. La ricerca, guidata da Cornelius Gross e pubblicata su Nature Neuroscience, chiama in causa il recettore A1 della serotonina (un neurotrasmettitore già noto per essere coinvolto con l’umore, la depressione e con la regolazione del sonno) e un circuito neuronale localizzato in una zona del cervello chiamata ippocampo, coinvolto nei processi di memorizzazione e integrazione delle informazioni.
Utilizzando una nuova tecnica per “spegnere” in modo selettivo l’attività di alcuni neuroni, i ricercatori hanno potuto stabilire che i topi in cui non è presente il recettore per la serotonina A1 manifestano delle reazioni sproporzionate e stati di panico quando si trovano in situazioni di incertezza. Questi comportamenti, associati a stati di paura ingiustificata, vengono meno quando si “spengono” specifici circuiti dell’ippocampo, che invece non influiscono sulle reazioni a situazioni di reale pericolo. La via neuronale che coinvolge serotonina e recettori A1 nell’ippocampo sembra, quindi, essere fortemente coinvolta nell’interpretazione di stimoli ambientali complessi e equivoci.
Dal momento che i circuiti neuronali che regolano comportamenti come la paura sono spesso condivisi tra le specie, l’ippocampo e i recettori per la serotonina potrebbero giocare un ruolo fondamentale anche negli esseri umani. (t.m.)
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