Categorie: Ambiente

Il riscaldamento è globale

Gli alberi fioriscono precocemente, molte specie dell’emisfero settentrionale si stanno spostando verso latitudini e altitudini maggiori, cambiano le rotte migratorie degli uccelli in Europa, Nord America e Australia, il plankton e i pesci si adattano ad acque più tiepide: tutti gli effetti dell’aumento della temperatura, riscontrabili su scala globale dal 1970, sono ora, per la prima volta, considerati insieme in un’unica analisi.

Lo studio, pubblicato su Nature, è stato svolto dai ricercatori di una decina di istituti di tutto il mondo, guidati da Cynthia Rosenzweig, collaboratrice della Nasa e dell’Earth Institute della Columbia University, e da David Karoly, climatologo presso l’università australiana di Melbourne.

Gli scienziati hanno analizzato i dati delle pubblicazioni scientifiche dal 1970 in poi, riguardanti 829 sistemi fisici e quasi 29mila sistemi biologici, e hanno elaborato dei modelli su scala continentale. Questa analisi offre per la prima volta uno sguardo complessivo che non era possibile ricavare dai modelli climatici elaborati finora, basati quasi sempre su singoli fenomeni, riferiti ad aree più o meno piccole.

I risultati dell’analisi globale non smentiscono i dati parziali. Anzi, Il 95 per cento dei cambiamenti registrati per i sistemi fisici sono compatibili con le tendenze della temperatura: scioglimento dei ghiacciai ovunque, fusione del permafrost, precoce scorrere dei torrenti a primavera e riscaldamento dei bacini d’acqua. Cambiamenti che hanno causato modificazioni delle abitudini per il 90 per cento degli esseri viventi che abitano questi sistemi.

I ricercatori hanno anche distinto le cause naturali da quelle antropiche: “Questa è stata una delle parti più complicate”, spiega Karoly, “ed è stato possibile individuare la nostra parte di responsabilità solo grazie agli sforzi di gruppi multidisciplinari e a dati provenienti da tutto il mondo”. I modelli che riguardano Nord America, Asia ed Europa, infatti, sono notevolmente diversi l’uno dall’altro. Negli altri continenti invece (per esempio in Sud America, Africa e Australia) il problema è che i dati sono pochi e sparsi. Ma anche in queste regioni, integrando le informazioni, è possibile distingure l’influenza umana sul riscaldamento globale.

Lo studio ha riscosso il consenso dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, che nel 2007 aveva dichiarato probabili gli effetti del riscaldamento provocato dai gas serra sui sistemi biologici e fisici. (f.g.)

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