Il segreto della lunga apnea

Come fanno foche, delfini e balene a immergersi fino a grandi profondità trattenendo il fiato per tempi così lunghi? Adottano un “trucco”: riducono la loro capacità di galleggiamento e si lasciano “affondare” attirati dalla forza di gravità. La biologa Terrie Williams ha scoperto che questi mammiferi all’inizio dell’immersione nuotano piano, senza stancarsi, poi cominciano a scendere quasi scivolando nell’acqua, in posizione rilassata. I polmoni poco a poco sfruttano tutto l’ossigeno a disposizione, anche quello che si trova negli alveoli. In questo modo il corpo del mammifero subisce una compressione che ne riduce il volume, ma non la massa, e la discesa diventa più semplice e meno dispendiosa in termini di energia. “Il consumo dell’ossigeno è ridotto fino al 50 per cento rispetto a una immersione in cui il mammifero nuotasse dall’inizio alla fine. E’ come se accendessero e spegnessero il motore nel corso dell’immersione ”, afferma Williams nel suo articolo pubblicato su Nature. Non succede così agli esseri umani che invece non riescono a sfruttare completamente l’aria intrappolata negli alveoli. (m.mi.)

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