Difendere gli animali selvatici dalla caccia e proteggere la salute delle popolazioni locali. È questo lo scopo della conferenza tenuta ad Accra (Ghana), e organizzata nell’ambito della campagna contro l’impoverimento della biodiversità promossa da Conservation International, governo ghanese e organizzazioni non-governative locali. Con un mercato di 350 milioni di dollari, il consumo di carne degli animali della foresta sta portando molte specie a una rapida estinzione (la cosiddetta “sindrome della foresta vuota”) e provocando seri danni alla salute dell’uomo. In circa il 30 per cento della carne, infatti, i laboratori di analisi hanno rinvenuto sostanze velenose come le organoclorine, i carbammati e gli organofosfori, composti presenti nei pesticidi utilizzati dai cacciatori. La sottoscrizione della Dichiarazione di Accra (il 30 agosto) da parte di tutti i partecipanti del convegno, è stato il primo passo per la protezione delle specie a rischio e il controllo della qualità dei cibi venduti nei mercati locali. Ma ancora è troppo poco: secondo gli organizzatori, è necessario avviare una collaborazione con i capi-villaggio che, fin dall’era coloniale, hanno elaborato regole, tabù e sanzioni sociali per prevenire lo sfruttamento eccessivo delle foreste. “Agendo insieme a loro”, ha detto Osman Alhassan dell’Università del Ghana, “potremo imparare dalla loro esperienza come conservare al meglio le risorse naturali”. (a.ca.)