Istinto ed esperienza lo suggeriscono, recenti misurazioni lo confermano: la presenza di vegetazione aiuta ad abbassare la temperatura nelle aree urbane. Grazie a ECOSTRESS, lo strumento della Nasa caricato a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, è possibile misurare le temperature del suolo acquisendo immagini ad altissima risoluzione. E le mappe termiche così ottenute, recentemente rilasciate dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa), mostrano le isole di calore urbano (le bolle di calore causate dall’asfalto e dai palazzi negli agglomerati cittadini) di Milano, Parigi e Praga fotografate nel primo pomeriggio dello scorso 18 giugno, rivelando il prezioso ruolo svolto dalle aree verdi e dai corsi d’acqua nel mitigare l’afa cittadina.
La data in cui sono state ottenute le immagini è piuttosto rappresentativa: giugno 2022 ha battuto tutti i record in diverse parti d’Europa, Asia e Stati Uniti, con temperature dell’aria superiori di oltre 10°C rispetto alla media. Il timore ovviamente è che questo sia solo un assaggio di quello che ci aspetta in futuro per colpa dei processi di cambiamento climatico. Il fenomeno è di particolare rilievo per chi vive in città, dove l’asfalto e il cemento degli edifici trattengono più calore rispetto alla vegetazione presente nelle aree di campagna o nelle zone suburbane. Le piante, infatti, ne aiutano la dispersione sia grazie alla creazione di zone d’ombra che al processo di traspirazione, con il quale riemettono nell’ambiente, attraverso le foglie, sotto forma di vapore, l’acqua assorbita dalle radici.
Si nota a colpo d’occhio che nelle aree verdi inserite nei contesti urbani delle tre città rappresentate (Milano, Parigi, Praga) e in corrispondenza di corsi d’acqua sono state misurate temperature di molto inferiori rispetto alle aree maggiormente edificate. Secondo un articolo pubblicato su Nature, a fare la differenza sono specialmente gli alberi, in corrispondenza dei quali gli autori dello studio avevano misurato, per città del centro Europa, temperature fino a 12 gradi inferiori rispetto a quelle che loro chiamano aree di “tessuto urbano continuo”.
Attualmente, l’Esa sta utilizzando i dati raccolti da ECOSTRESS per mettere a punto il suo progetto di monitoraggio delle temperature della superficie: un nuovo satellite sentinel del programma Copernicus ribattezzato Lstm (Land Surface Temperature Monitoring), le cui misurazioni sistematiche permetteranno presto una più efficace progettazione di spazi urbani e agricoli. E non solo, la temperatura di superficie del suolo viene monitorata dagli scienziati poiché influenza il meteo e i pattern climatici, ed è un importante parametro di valutazione per gli agricoltori che devono stimare di quanta acqua necessitano le loro coltivazioni.
Come spiga il sito della NASA, ECOSTRESS è pensato primariamente per aiutarci a studiare l’abilità delle piante di adattarsi alle temperature in crescita, in termini specialmente di variazioni della disponibilità dell’acqua. Ma l’elevata risoluzione spaziale delle immagini acquisite con questo strumento – fino a 400 volte superiore rispetto a quelle disponibili fino ad ora – permettono anche l’osservazione di pattern di assorbimento e rilascio di calore, aiutandoci a comprendere e progettare meglio gli ambienti in cui viviamo.