A Cape Canaveral, i tecnici della Nasa hanno già impacchettato le sue valigie. Juno, la navicella del programma spaziale New Frontiers, è pronta a partire per il viaggio di esplorazione che la porterà a scoprire i segreti di Giove. La data del lancio, il primo dell’era post Shuttle, non è ancora certa ma di sicuro ricadrà dentro la finestra di tre settimane che va dal 5 al 26 agosto, molto probabilmente il primo giorno potrebbe essere quello giusto.
Per arrivare a destinazione, Juno dovrà compiere un viaggio lungo oltre 580 milioni di chilometri e ben 5 anni. Non un giorno di più, né uno di meno. Le tappe intermedie sono già state tutte decise: per ottobre 2013, per esempio, è fissato un pit stop di ‘rifornimento’ intorno alla Terra stessa, grazie a cui la sonda riceverà una spinta gravitazionale che le permetterà di raggiungere Giove nel 2016.
Una volta sul posto, impiegherà 11 giorni per assestarsi in un’ orbita ben precisa, compresa tra un punto situato a 4300 km dall’equatore del pianeta e un altro a 2.7 milioni di chilometri. E a questo punto la sonda dovrà mettersi a lavoro. Completerà 33 orbite intorno al pianeta e saltando da un estremo all’altro, riuscirà a catturare dalla miglior angolazione possibile le prime immagini ad alta definizione delle spettacolari aurore che si manifestano ai poli. Grazie a Juno, gli scienziati della Nasa contano di svelare alcuni misteri che circondano ancora il quinto pianeta. Alcuni riguardano le nubi del pianeta, di cui non si conosce ancora la precisa composizione in acqua e ammoniaca, altri i potenti campi magnetici sprigionati dall’interno del nucleo e dei loro effetti sull’ambiente. Soprattutto, la missione cercherà di scoprire se il gigante gassoso nasconde ancora un cuore di solida roccia.
Permettere a Juno di svolgere indisturbata tutte queste indagini non è e non è stata un’impresa facile. La Nasa ha rivestito le sue preziose strumentazioni con un involucro di titanio, in modo da proteggerla dai potenti fasci di radiazioni sprigionati dal pianeta. Per portare a termine il suo compito, inoltre, la sonda avrà con sé anche due strumenti made in Italy: Jiram (JovianInfraRedAuroral Mapper) uno spettrometro a immagine associato a una camera nell’infrarosso, realizzato da Selex-Galileo con il supporto dell’ Inaf per studiare la composizione dell’atmosfera di Giove, e KaT (Ka-Band Translator), realizzato da Thales Alenia Space Italia con La Sapienza – Università di Roma, che fornirà informazioni sulla composizione interna del pianeta e sul suo campo gravitazionale.
Tutto questo non prima di cinque anni. Ma nel frattempo, anche per i più piccoli è possibile dare una mano alla sonda nel suo viaggio verso Giove, grazie a questo videogioco. Così, nel 2016, quando arriverà a destinazione qualcuno di loro si ricorderà di Juno.
Riferimenti: wired.it