La Drosophila sa difendersi

E’ solo un moscerino, ma è più simile a noi di quanto si possa pensare. Soprattutto ora che i ricercatori della Stanford University School of Medicine hanno scoperto che il sistema immunitario del moscerino della frutta (Drosophila Melanogaster) è in grado di proteggerlo a lungo termine dalle infezioni, capacità finora ritenuta impossibile per gli insetti. La scoperta, pubblicata in Public Library of Science-Pathogens, potrebbe avere importanti ricadute per lo sviluppo di nuovi vaccini, specialmente per gli individui immunodepressi.

Il sistema immunitario degli organismi superiori, tra cui l’essere umano, è in grado di esercitare due tipi d’azione. Il primo, detto immunità innata, è la risposta iniziale, non-specifica che viene immediatamente innescata nei confronti di un patogeno. Il secondo è invece l’immunità adattativa, una vera e propria risposta cellulare che coinvolge linfociti B e T e permette di riconoscere patogeni che hanno precedentemente infettato l’organismo eliminandoli rapidamente. Questo secondo meccanismo, che sta alla base della vaccinazione, risulta deficitario nelle immunodepressioni, rendendo impossibile vaccinare i soggetti affetti. Finora si era sempre ritenuto impossibile che gli invertebrati possedessero questo secondo tipo di protezione, ossia una memoria immunitaria, per cui nessun tipo di esperimento è mai stato fatto al riguardo.

Linh Pham, dottoranda presso il laboratorio di microbiologia alla Stanford si è invece chiesta cosa succede a un moscerino della frutta quando incontra un patogeno per la seconda volta. Ha così immunizzato alcuni moscerini con batteri Streptococcus pneumoniae precedentemente uccisi, mentre ad altri è stata iniettata una soluzione salina. A distanza di una settimana a entrambi gruppi è stata iniettata una dose letale di Streptococcus pneumoniae vivo: entro due giorni la quasi totalità dei moscerini iniettati con soluzione salina sono morti, mentre quelli immunizzati con Streptococcus sono sopravvissuti tanto quanto un gruppo di controllo mai infettato. Come conferma dei risultati, la stessa cosa è stata ripetuta utilizzando il fungo patogeno Beauveria bassiana. I ricercatori ora vogliono definire nel dettaglio il meccanismo immunitario attuato dal moscerino, affinché possa essere chiarito se anche nei vertebrati la risposta immunitaria preveda un simile meccanismo da sfruttare per lo sviluppo di un nuovo tipo di vaccini. (a.p.)

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