La scienza di E.T.

Giancarlo Genta
Incontri lontani. Alla ricerca delle intelligenze extraterrestri
Lindau 2009, pp.389, euro 24,50

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Siamo soli nell’universo? È bene chiarirlo subito, nelle pagine di “Incontri lontani” non troverete alcuna risposta a questa domanda. Anzi vi imbatterete in molti altri punti interrogativi che danno il via a un susseguirsi di differenti ipotetici scenari. A fine lettura, insomma, il mistero rimane irrisolto, ma sapremo almeno quali domande gli scienziati si pongono e cosa stanno facendo per trovare le soluzioni. Tre sono le questioni topiche, quelle che l’autore definisce “domande sull’esistenza”, intorno alle quali ruota il libro: esiste qualche forma di vita al di fuori del nostro pianeta? Esistono forme di vita superiore? Esistono forme di vita intelligenti e autocoscienti?

Sappiamo quasi tutto, e se non ce lo ricordiamo il libro di Genta ci regala un utilissimo ripasso, su come la pensavano i vari filosofi che nei secoli hanno affrontato l’argomento (da Giordano Bruno a Kant); sappiamo anche cosa sostengono le diverse religioni, siamo infine entrati in confidenza con le fantasie degli autori di libri e film di fantascienza, ma conosciamo molto poco gli aspetti scientifici della ricerca di forme di vita extraterrestre. Il libro di Genta vuole colmare questa lacuna parlandoci innanzitutto dei principi metodologici alla base di questa particolare attività scientifica.

Veniamo a sapere che l’intera comunità scientifica impegnata nella ricerca di E.T. ha fatto proprio il motto: “eventi eccezionali necessitano di prove eccezionali”. E per valutare quando si è in presenza di tali eventi ha messo a punto un sistema di misura, detta scala di Rio, che va da 0 (evento trascurabile) a 10 (evento estremamente importante). E, entrando nel dettaglio delle tecniche, apprendiamo che la ricerca di segnali radio provenienti dallo spazio può essere impostata in due modi differenti: uno studio mirato su un certo numero di obiettivi oppure un’indagine a copertura totale del cielo. Passando agli aspetti deontologici, veniamo a conoscenza di un codice di comportamento che gli scienziati degli osservatori radioastronomici del progetto SETI (searching for extra terrestrial intelligence) si impegnano a rispettare. Si tratta del “post detection protocols”, una  regola che stabilisce che chi registra un contatto deve informare prima di tutto i colleghi che procederanno alle opportune verifiche.

Ma se i metodi sono condivisi, molto meno lo sono le convinzioni teoriche. C’è un sostanziale accordo tra gli scienziati sulla possibilità di esistenza di forme di vita poco complesse al di fuori del nostro pianeta. La scoperta sulla Terra di particolari organismi (estremofili) in luoghi particolarmente ostili per qualunque altro essere vivente ha convinto molti scienziati che possano esistere situazioni analoghe in altri pianeti. Inoltre, gli studi su alcuni meteoriti provenienti da Marte fornirebbero secondo alcuni scienziati la prova di questa tesi. Mentre per quanto riguarda le forme di vita superiore emergono solo posizioni contrastanti: la vita complessa è molto diffusa nell’universo per alcuni, un’assoluta rarità per altri (ipotesi della rarità della vita superiore). Lo ribadiamo ancora, nel libro di Genta troveremo solamente argomenti scientifici a favore o contro le due tesi. Per gli effetti speciali rivolgetevi altrove.

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