L’alto costo della Prestige

Circa 64 mila tonnellate di petrolio sversate in mare, 13 mila ancora nelle stive, 300 mila uccelli marini uccisi e cinque miliardi di euro di danni. Questo il drammatico bilancio dell’affondamento della petroliera Prestige al largo delle coste galiziane a un anno esatto dalla sua partenza dalla Lettonia, in un rapporto-denuncia del Wwf e presentato oggi a Roma. Da questi numeri emerge che il danno è stato più grave del 60 per cento rispetto a quello stimato ufficialmente. Il prezzo pagato per il disastro, sottolinea il Wwf, sta ricadendo sulle spalle delle popolazioni locali che vedranno compromessa per il prossimo decennio l’industria della pesca lungo i tremila chilometri di coste invase dal petrolio. Dal riavvio delle attività, infatti, le organizzazioni locali dei pescatori denunciano il crollo dell’80 per cento del pescato. Un altro aspetto preoccupante è l’ingente quantità di petrolio depositatosi sui fondali marini poco profondi. È reale anche il rischio che gli agenti inquinanti tossici possano entrare persistentemente nella catena alimentare. Oltre a chiedere all’International Maritime Organization l’istituzione di un sistema di responsabilità per il risarcimento anche dei danni ambientali, il Wwf lancia l’allarme sulla “marea nera” degli scarichi illeciti nel Mediterraneo, ovvero le 2.800 tonnellate di petrolio sversate al giorno da 300 petroliere. In pratica: 15 Prestige l’anno. (m.mo.)

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