Greenpeace ha reso noto il rapporto “Testimoni di guerra”, una valutazione preliminare degli impatti ambientali del recente conflitto in Libano. Secondo le informazioni raccolte da fonti Onu, organizzazioni governative e non e in base le osservazioni sul campo effettuate dalla nave ammiraglia “Rainbow Warrior” di Greenpeace, a pochi giorni dall’inizio delle ostilità, i bombardamenti hanno colpito i depositi di carburante della centrale di Jiyeh, che si trova sulla costa circa 30 chilometri a sud di Beirut.
Secondo quanto riferito nel rapporto, si è trattato di una delle peggiori catastrofi ambientali del Mediterraneo: tra le 10 e le 15 mila tonnellate di greggio sono state versate in mare e hanno invaso circa 150 chilometri di costa rocciosa e sabbiosa, fino alla Siria. I subacquei di Greenpeace hanno rilevato residui di catrame nelle immediate vicinanze della centrale di Jiyeh e depositi più sporadici, ma a volte cospicui, lungo la costa libanese. Durante il conflitto sono state inoltre danneggiate numerose fabbriche, alcune delle quali utilizzavano o producevano sostanze chimiche potenzialmente pericolose per la salute e per l’ambiente.
Greenpeace chiede ora che venga effettuata una valutazione dell’impatto ambientale del conflitto in tutta la regione: i risultati saranno necessari alla progettazione di una strategia di ricostruzione post-bellica. (fr.c.)