Le stelle più vecchie della Via Lattea

Come si capisce quanto è vecchia una stella? Ci sono vari metodi indiretti che gli scienziati possono utilizzare per effettuare una stima, tra cui, per esempio, misurare la quantità di metalli in essa contenuti (ricordando che in astronomia i metalli sono tutti gli elementi che non sono idrogeno ed elio). Cosa c’entrano i metalli con l’età? La metallicità è una stima delle abbondanze di elementi chimici presenti nella stella, le quali cambiano durante l’evoluzione stellare e tendono a diminuire con il passare del tempo, indicando quindi quali stelle hanno vissuto più a lungo. Un gruppo di stelle a bassissimo contenuto di metalli, presenti nella regione centrale della Via Lattea e comprendenti una stella con 10mila volte meno ferro di quello presente nel Sole, è stato scoperto e presentato in uno studio pubblicato su Nature. E si tratterebbe delle stelle più vecchie mai avvistate nella nostra galassia.

Secondo le stime degli scienziati, le prime stelle si sarebbero formare circa 200 milioni di anni dopo il Big Bang. Si tratta, ovviamente, di una approssimazione, in quanto non è stata ancora scoperta (né è detto che lo sarà mai) la prima stella. Tuttavia, in teoria, stelle molto antiche si dovrebbero trovare ancora oggi nelle regioni centrali delle galassie. Questo ancora non è stato provato, in quanto solitamente le stelle con basso contenuto di metalli si trovano invece nelle zone più esterne delle galassie: anche nel nucleo della Via Lattea c’è una carenza di stelle a bassa metallicità, questo a causa dei rapidi cambiamenti chimici avvenuti durante i primi miliardi di anni di vita dell’Universo.

Louise Howes e i suoi colleghi sono stati i primi in grado di identificare oltre 500 stelle, presenti all’interno della Via Lattea, a basso contenuto di ferro. Nel corso della ricerca hanno utilizzato il telescopio SkyMapper dell’Australian National University, compiendo successivamente ulteriori osservazioni delle 23 stelle a minor contenuto di metalli per cercare di determinarne la composizione chimica. È infatti possibile ricavare la quantità e il tipo di elementi chimici pesanti contenuti in una stella grazie a particolari righe che compaiono nel suo spettro, che a sua volta è ottenibile dall’osservazione della sua luce.

La maggior parte di queste stelle, hanno osservato i ricercatori, si trovano in orbite assai strette attorno al centro della galassia, e non si tratta invece stelle provenienti dalle zone esterne che si trovano a passare vicino al centro a causa della loro larga orbita. Probabilmente, si sarebbero formate dai gas espulsi dalle prime supernovae.

Gli autori hanno sottolineato che al momento è impossibile determinare con più precisione l’età delle stelle scoperte, anche se essa potrebbe essere in futuro stimata dai dati raccolti dalle missioni Kepler, o da future sonde.

Riferimenti: Nature 10.1038/nature15747

Credits immagine: Eso

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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