L’eredità scientifica dei pesci elettrici

Stanley Finger e  Marco Piccolino
The  Shocking History of Electric Fishes: From Ancient Epochs to the Birth of Modern Neurophysiology
Oxford University Press 2011, pp. 496, euro 75,73

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Il libro di Stanley Finger e Marco Piccolino è certamente l’opera più completa che sia stata mai scritta sul tema della storia delle ricerche sui pesci elettrici, cioè su quegli strani pesci che sono in grado di dare una scossa elettrica di notevole intensità, tale da mettere in certi casi addirittura a repentaglio la vita di un essere umano. Alcuni di questi pesci, come le torpedini (creature marine simili alle razze) e i pescigatto elettrici dei fiumi africani, erano conosciuti nella cultura occidentale sin da epoche remote, mentre le “anguille elettriche” (pesci d’acqua dolce dei fiumi e paludi del Sudamerica in grado di dare scosse che a volte superano i 500 Volt) furono incontrate dagli occidentali in seguito alla scoperta del Nuovo Continente.   

Sebbene poco conosciuto al di fuori della cerchia degli specialisti, il tema di questi singolari pesci è centrale nella storia della scienza moderna e –  a un livello più ampio – nella cultura occidentale sin dall’età classica. Per renderci conto del rilievo storico delle ricerche condotte su torpedini e anguille elettriche nel Settecento, basti pensare che esse ebbero un ruolo importante in due delle più grandi acquisizioni scientifiche dell’età moderna: da un lato –  in fisiologia –  la dimostrazione, da parte di Luigi Galvani, della natura elettrica dei segnali nervosi; e dall’altro, in fisica, l’invenzione della pila, un apparato che Alessandro Volta indicò inizialmente come organe électrique artificiel, per l’analogia strutturale e operazionale che, a suo avviso, esisteva con l’organo elettrico dei pesci.

Il libro di Finger e Piccolino esamina a un livello sia ampio che profondo questa storia affascinante che, se nell’epoca moderna si situa all’intersezione della fisica e della fisiologia, nella cultura classica, dall’epoca greco-romana fino al Rinascimento, fu al centro degli interessi anche di filosofi ed esponenti della cultura magica. Gli autori danno un taglio decisamente cronologico alla loro esposizione. Ogni capitolo tratta un periodo specifico o un tema particolare, ma gli ampi riferimenti incrociati ad altri capitoli contribuiscono a rendere il volume unitario e, al tempo stesso, ad aprirlo a molte letture interconnesse.

Come appare chiaro dalla prefazione, i molti discorsi correlati che si sviluppano sul tema dei pesci elettrici costituiscono dei “fili rossi” sulla base dei quali si articola la narrazione. Uno di questi discorsi riguarda le indagini sul meccanismo della scossa dei pesci e le loro relazioni con lo sviluppo della fisiologia (e specialmente l’elettrofisiologia) e della fisica. Un secondo, i tentativi di applicazione della scossa di questi pesci (e più in generale dell’elettricità nelle sue varie forme) alla pratica medica, una storia che risale all’epoca romana, con le torpedini utilizzate dal medico dell’imperatore Tiberio per la cura della cefalea e della podagra, in una sorta di elettroterapia ante-litteram. Un terzo discorso riguarda  gli aspetti culturali più generali implicati nella storia dei pesci elettrici, le sue connessioni con l’epopea dei viaggi scientifici (ma non solo) e degli incontri degli europei con  territori e popoli lontani, gli influssi sulla letteratura, sull’arte e sulla cultura pubblica in epoche e società diverse. Questa storia è infine è interpretata alla luce delle teorie medico-filosofiche tipiche dei diversi periodi storici, come la concezione umoralistica della medicina classica (e specialmente la fisiologia di Galeno), le teorie magiche tra mondo antico e tardo Rinascimento, l’approccio meccanicistico del Seicento e la Naturphilosophie tra Sette e Ottocento.

Per queste e altre ragioni il libro risulta di interesse per molti tipi di lettori. Gli storici possono trovarvi materiali poco conosciuti per i loro studi di soggetto scientifico, artistico o di storia culturale (con qualche rilievo anche per i filologi, come nel caso della spiegazione di alcuni termini popolari utilizzati per designare la torpedine come  treppina o battipotta –  di cui i lettori di Sapere hanno già avuto un’anticipazione in un recente articolo di Piccolino). Da questo libro i fisiologi e i biologi possono imparare molto su un tema importante per i loro interessi professionali e didattici. Per il lettore generale l’interesse per un aspetto rilevante della storia delle idee si combina con il discorso su alcuni elementi – anche concettuali – relativi a meccanismi fisiologici fondamentali come la conduzione nervosa. Un fenomeno che – come gli autori mettono in evidenza – ha rappresentato una vera sfida per l’evoluzione, a causa delle enormi difficoltà fisiche poste dalle elevatissime resistenze elettriche longitudinali delle fibre nervose.

Il tono affabilmente narrativo e la grandissima ricchezza di immagini contribuiscono alla leggibilità di questo testo, sia per gli specialisti che  per i lettori generali. In effetti questo volume rappresenta un riuscito esempio di equilibrio tra prospettiva storico-scientifica di tipo accademico e comunicazione ad un ampio pubblico di alcuni concetti fondamentali nell’ambito delle scienze della vita e della fisica, e – più in generale – di un sapere che vorrebbe rompere gli steccati tra le due culture.

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