Il moscerino della frutta sceglie un cibo ad alto contenuto di zuccheri o ad alto contenuto di proteine in base al tipo di batteri presenti nel suo intestino. È questo il sorprendente risultato di uno studio di un gruppo di ricercatori portoghesi, pubblicato sulla prestigiosa rivista Plos Biology.
Il microbiota intestinale, cioè l’insieme dei batteri che popolano l’intestino degli animali, ha un ruolo centrale nella fisiologia dell’organismo. I metaboliti rilasciati nel circolo sanguigno da questi batteri regolano per esempio il funzionamento del sistema immunitario e di quello nervoso. Le alterazioni nel microbiota intestinale sono oggetto di crescente interesse nello studio delle malattie neurologiche. Se da una parte è ampiamente assodato che dieta e abitudini alimentari influenzino la composizione dei batteri intestinali, l’esistenza di una relazione in senso inverso non era nota fino ad oggi.
Nello studio condotto dal gruppo di Carlos Ribeiro a Lisbona, i ricercatori hanno prima di tutto rimosso dalla dieta dei moscerini gli amminoacidi essenziali, cioè i costituenti delle proteine che non possono essere prodotti autonomamente dagli animali. Dopo 72 ore di questa dieta forzata, ai moscerini è stata data la possibilità di scegliere tra un cibo ricco di zuccheri e uno ricco di proteine. Rispetto agli animali di controllo, i moscerini privati di amminoacidi essenziali mostravano una spiccata preferenza per il cibo ad alto contenuto proteico rispetto a uno contenente prevalentemente zucchero. Parallelamente, gli studiosi hanno registrato una diminuzione nel numero di uova depositate dagli animali.
La sorpresa è arrivata quando i ricercatori hanno manipolato artificialmente il microbiota intestinale dei moscerini. L’aggiunta di alcuni batteri, e in particolare delle specie Acetobacter pomorum e Lactobacilli, annullava l’effetto della carenza di amminoacidi essenziali e ribilanciava le preferenze alimentari dei moscerini. Allo stesso modo, anche il numero di uova depositate tornava ad aumentare. I ricercatori hanno quindi concluso che i batteri intestinali sono in grado di compensare gli effetti della rimozione degli aminoacidi essenziali.
I meccanismi attraverso cui avviene questa comunicazione microbiota intestinale-moscerino non sono ancora ben chiari. Le misurazioni condotte dai ricercatori non hanno evidenziato nessun aumento di amminoacidi essenziali nei moscerini aventi il microbiota intestinale “potenziato”. Ciò suggerisce che i batteri non rimpiazzano semplicemente gli amminoacidi essenziali mancanti, ma modificano le scelte alimentari dei moscerini agendo a livello del cervello mediante altri metaboliti che sono ancora da identificare.
La ricerca apre nuove prospettive sulla coevoluzione tra i batteri e gli animali che li ospitano. È probabile che il microbiota intestinale influenzi i comportamenti alimentari non solo nel moscerino, ma anche in altri animali, essere umano incluso. Ciò ha importanti conseguenze nello studio di patologie legate a disturbi alimentari. Per esempio l’obesità, ma anche l’invecchiamento, una condizione in cui le alterazioni nelle preferenze alimentari sono accompagnate da profondi cambiamenti nel microbiota intestinale.
Riferimenti: Plos Biology
Articolo prodotto in collaborazione con il Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara