Così mangiare la carne ha aiutato la nostra evoluzione

Forse oggi ne mangiamo troppa, ma la carne sembra aver giocato un ruolo molto particolare nell’evoluzione della nostra specie. L’incapacità di consumare carne cruda avrebbe spinto infatti i nostri antenati a sviluppare tecniche di preparazione e a utilizzare strumenti di pietra, e al contempo, avrebbe dato il via a una serie di modifiche morfologiche nella conformazione del viso degli ominidi che col tempo hanno permesso lo sviluppo del linguaggio e di capacità cognitive superiori. A suggerirlo è uno studio della Harvard University, pubblicato sulle pagine di Nature.

La loro ricerca nasce dalla constatazione di un paradosso evolutivo: l’apparato masticatorio e digestivo (muscoli, denti e intestino) dei nostri antenati ha iniziato a rimpicciolirsi circa due milioni di anni fa, proprio quando una serie di altre modifiche, come l’aumento delle dimensioni del corpo e un cervello più grande, hanno incrementato il loro fabbisogno energetico.

Hanno quindi iniziato a mangiare di meno, ottenendo però un maggiore apporto energetico dai cibi.

Come è possibile? Le ipotesi più probabili, scrivono i ricercatori, sono tre: che i nostri antenati abbiano iniziato a mangiare carne; che abbiano iniziato a processare il cibo con strumenti di pietra, per renderlo più facile da ingerire e digerire; oppure che abbiano iniziato a cucinare. I dati disponibili indicano però che l’utilizzo del fuoco per cucinare gli alimenti non si sarebbe diffuso prima di 500mila anni fa. Per questo, i ricercatori hanno deciso di investigare le altre due ipotesi.

In laboratorio, hanno chiesto a un gruppo di volontari di consumare diversi tipi di cibi di cui avrebbero potuto nutrirsi i nostri antenati: vegetali, tuberi, radici e carne. Tutti alimenti crudi ovviamente, sia interi, che sminuzzati con strumenti di pietra. Hanno quindi calcolato quanto sforzo richiedeva per ogni tipo di cibo consumare la quantità di calorie necessaria ai nostri antenati ominidi.

I risultati hanno dimostrato che la dieta perfetta era composta per un terzo di carne e due terzi di vegetali, ma solo se questi venivano processati con l’utilizzo di strumenti. La carne non processata infatti è risultata praticamente impossibile da mangiare per i volontari, ma fettine di carne abbastanza sottili da essere ingoiate intere, insieme a tuberi e radici pestate, permettono di masticare il 17% in meno e con una forza inferiore del 26%, rispetto alle altre possibili combinazioni testate.

I nostri antenati, insomma, avrebbero iniziato a mangiare carne per poter dedicare meno tempo alla raccolta e al consumo di cibo. E per farlo, hanno dovuto sviluppare una serie di strategie e tecnologie specifiche, che a loro volta hanno innescato una serie di cambiamenti morfologici che hanno aiutato lo sviluppo del linguaggio e delle nostre capacità intellettive.

“Se utilizzi meno forza e mastichi di meno, trascorri ovviamente una parte minore della giornata intento a mangiare”, spiega Katherine Zink, paleontologa di Harvard che ha collaborato allo studio. “E se non hai più bisogno di mantenere denti e mascelle potenti, la selezione naturale è libera di migliorare altri tipi di performance che migliorano la fitness e la sopravvivenza”.

Via: Wired.it

Credits immagine: Jinx McCombs/Flickr CC

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