Spazio

Marte 2020, chi prosegue e chi rinuncia?

Il 2020 doveva essere l’anno dell’invasione umana di Marte: Stati Uniti, Europa e Russia, Cina e Emirati Arabi Uniti, complice una finestra temporale particolarmente favorevole tra metà luglio e inizio agosto, avevano programmato quattro nuove missioni alla volta del pianeta Rosso. Tutto confermato, nonostante la pandemia? Vediamolo.

Mars 2020: solo due giorni di posticipo per la Nasa

La missione della Nasa, che era stata fissata per il 17 luglio prima dell’emergenza Covid-19, è stata posticipata solo di pochi giorni. Il lancio è previsto alle 9.15 Edt (15.15 italiane) del 20 luglio dallo Space Launch Complex 41 a Cape Canaveral, in Florida [poi ulteriormente rinviato, è avvenuto il 30 luglio, alle nostre 13:50].

A raccogliere l’eredità dell’ormai storico Curiosity sarà il rover Perseverance, che se tutto andrà bene atterrerà sul pianeta Rosso il 18 febbraio 2021 nel cratere di Jezero. Si ritiene che questa regione sia il bacino di un antico lago, dunque un ottimo punto di partenza per cercare tracce di forme di vita extraterrestre (passata o presente). Perseverance sarà dotato di avanzatissimi strumenti come la Supercam per l’analisi delle rocce marziane e lo spettrofotometro a ultravioletti Sherloc per rilevare composti organici. Gli scienziati della Nasa proveranno anche a produrre in loco ossigeno dall’anidride carbonica presente nell’atmosfera di Marte e metteranno in pratica la prima fase della Mars sample-return mission, che prevede la raccolta di campioni delle superficie che verranno momentaneamente abbandonati per essere recuperati in futuro e portati sulla Terra.

ExoMars: Rosalind non parte quest’anno

La seconda missione del programma russo-europeo ExoMars è stata rimandata di due anni, e il nuovo lancio è stato riprogrammato tra agosto e ottobre del 2022, con arrivo tra aprile e luglio 2023.

Dopo la prima missione Trace Gas Orbiter nel 2016, l’Agenzia spaziale Europea (Esa) e quella russa (Roscosmos) contano di spedire su Marte il rover Rosalind Franklin e una piattaforma di superficie. L’obiettivo è cercare le prove che almeno in passato su Marte ci fosse vita, o escluderlo definitivamente. Saranno inoltre testate altre tecnologie, che torneranno utili per la missione congiunta Nasa-Esa Mars sample-return.

Hope Mars: emiri in partenza con Al-Amal

Se tutto andrà come previsto, sarà un grande momento per un Paese che ha poco più di 9,5 milioni di abitanti: gli Emirati Arabi Uniti vogliono festeggiare i 50 anni della loro fondazione posizionando in orbita attorno al pianeta Rosso la loro prima sonda. L’hanno chiamata Al-Amal (speranza, hope in inglese), e dovrebbe simboleggiare un ponte tra il passato e il futuro e la volontà di andare oltre l’economia del petrolio.

La missione dovrebbe partire il 15 luglio (o al massimo il 3 agosto) dal Tanegashima Space Centre in Giappone e arrivare a destinazione nel febbraio 2021. L’intenzione degli esperti arabi è di ottenere informazioni per dipingere un quadro complessivo delle dinamiche meteorologiche grazie a tre strumenti – uno spettroscopio a infrarossi per misurare la bassa atmosfera e analizzare la temperatura, un imager a alta risoluzione per avere informazioni sull’ozono, uno spettrometro a ultravioletti per misurare ossigeno e idrogeno anche nell’alta atmosfera – nella speranza di capire, per esempio, perché ci siano ancora adesso variazioni nei livelli dei gas atmosferici.

Tianwen-1: cinesi in rampa di lancio

Dalle ultime notizie disponibili sembra che la prima missione cinese per Marte partirà il 23 luglio 2020 dal Wenchang Satellite Launch Site.

La missione è stata chiamata Tianwen-1, e oltre a cercare tracce di vita, ha lo scopo di condurre ricerche scientifiche sul suolo, sulla struttura geologica, sull’atmosfera e sull’acqua. I cinesi invieranno un orbiter, un lander e un rover. Quest’ultimo, un quattroruote alimentato da pannelli solari, è dotato di 13 strumenti scientifici e, una volta atterrato tra circa un anno, dovrebbe esplorare la regione marziana di Utopia Planitia per almeno tre mesi.

Mara Magistroni

Nata e cresciuta nella “terra di mezzo” tra la grande Milano e il Parco del Ticino, si definisce un’entusiasta ex-biologa alla ricerca della sua vera natura. Dopo il master in comunicazione della scienza presso la Sissa di Trieste, ha collaborato con Fondazione Telethon. Dal 2016 lavora come freelance.

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