Decidere il proprio sesso in base alle chance di accoppiamento. Sembrerebbe questo il meccanismo che regola la sessualità di alcuni invertebrati vermiformi, i nematodi, secondo uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Alberta in Canada e pubblicato da Science. Infatti, come gli esseri umani, anche la femmina di questo tipo di verme presenta cromosomi XX, a differenza del maschio che dispone di un singolo cromosoma X. Quando non si è ancora sviluppata appieno, la femmina sarebbe in grado di modificare la propria sessualità facendo una stima della quantità di cibo a disposizione. Se ritiene di poter disporre di una scarsa quantità di cibo, essa tende a mantenere i suoi cromosomi XX. In caso contrario, perderà uno dei cromosomi X, diventando maschio. Poiché la presenza di cibo o meno determina la densità di popolazione, influisce su questa decisione. In presenza di un’alta densità di individui, sarà più conveniente essere maschi, che sono più rari e quindi hanno maggiori probabilità di trovare una partner con cui accoppiarsi. Con una bassa densità di individui, invece, sarà preferibile essere femmina, in quanto capace di auto-riprodursi anche in eventuale assenza di maschi. Infatti, la femmina (che in realtà è un ermafrodita) è anche in grado di auto-fecondarsi e auto-riprodursi. Lo studio dimostrerebbe quindi la capacità degli animali di adattarsi all’ambiente non soltanto da un punto di vista comportamentale, come si riteneva finora, ma addirittura scegliendo in funzione di esso la propria sessualità e quindi modificando il proprio patrimonio genetico. Tutto questo, per ottimizzare le probabilità di accoppiamento. (m.cap.)