Missione d’alta quota

L’ultima missione della Nasa è sulla cima di un vulcano addormentato nelle Ande cilene. La ricercatrice Nathalie Cabrol e il suo team devono esplorare i laghi della zona, e le acque che si trovano alla massima elevazione al mondo, nella bocca del vulcano spento Licancabur. Lo scopo? Ideare nuove strategie e tecnologie per ricercare tracce di vita su Marte. “Se circa tre miliardi e mezzo di anni fa c’era la vita su Marte, questa doveva aver avere strategie di sopravvivenza simili a quelle degli organismi che occupano habitat estremi quali quello offerto dal vulcano Licancabur”, ha dichiarato Cabrol. In questa zona del Cile esistono microrganismi che riescono a sopravvivere in un ambiente dove l’ossigeno scarseggia e arrivano invece alte dosi di radiazioni ultraviolette. Inoltre a quest’altezza, più di 6000 metri, la pressione atmosferica è la metà di quella a livello del mare: tutto ciò fa di questa zona uno dei posti che sulla Terra più si avvicinano alla superficie di Marte. “La missione ci fornirà anche preziose informazioni su quali altri pianeti potrebbero ospitare forme di vita”, ha aggiunto la ricercatrice. Durante la missione, che è partita il 16 ottobre e durerà 25 giorni, saranno studiate e rilevate geologia e topografia del cratere, così come le profondità, la topografia e la temperatura delle acque del lago. I vari campioni prelevati saranno in parte trasferiti ad un team di ricercatori che li analizzeranno nella vicina città di Antofagasta, e in parte portati negli Stati Uniti per ulteriori analisi. (e.g.)

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