Perché non siamo così bravi con il multitasking

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(Foto via Pixabay)

Sembra una conclusione scontata: il cervello lavora più efficientemente quando può concentrarsi su una cosa alla volta per un periodo prolungato di tempo. Già diversi studi infatti hanno mostrato come il multitasking, ovvero il cercare di fare più cose contemporeneamente, riduca la produttività di una percentuale che si aggira attorno al 40%. Eppure fino ad ora questo fenomeno non era mai stato osservato dal punto di vista dell’attività cerebrale.

In uno studio, pubblicato sul journal Human Brain Mapping, un gruppo di ricercatori della Aalto University si è occupato invece di studiare proprio questi meccanismi, effettuando delle risonanze magnetiche su diverse aree del cervello dei partecipanti mentre guardavano spezzoni, della durata di circa 50 secondi, dei film di Star Wars, Indiana Jones e James Bond. Suddividere i film in diverse parti interrompeva la loro continuità, e rendeva più difficile seguirli per il partecipanti. Gli scienziati hanno in seguito aumentato la durata degli spezzoni, e hanno osservato un funzionamento più fluido delle diverse aree del cervello quando questi erano lunghi almeno 6 minuti e mezzo. In particolare questo avveniva in quattro aree fondamentali per la combinazione di eventi individuali in sequenze coerenti tra loro: la corteccia temporale posteriore, la corteccia dorsomediale prefrontale, il cervelletto e il precuneo dorsale. Tentando di interpretare i risultati, i ricercatori hanno osservato che queste regioni lavorano più efficientemente quando si occupano di processare un solo compito alla volta.

Possono questi risultati aiutarci nella vita di tutti i giorni? Secondo Iiro Jääskeläinen, autore principale della ricerca, durante la giornata lavorativa è meglio concentrarsi su un solo compito alla volta, anziché lavorare su diversi progetti contemporaneamente, per evitare di sentirci stressati: “Cadere nella trappola del multitasking è facile. Quando succede, i progressi compiuti sembrano irrilevanti e questo ci porta a sentirci inadeguati. La concentrazione cala, e questo causa stress. Essere sottoposti a stress per un lungo periodo di tempo rende più difficile pensare e ricordare“.

Secondo Jääskeläinen, questo non vale solo per il lavoro ma anche in altre aree della nostra vita quotidiana come, ad esempio, nell’utilizzo dei social media: “I social network altro non sono che multitasking, con un sacco di cose che succedono parallelamente. Potresti star leggendo una notizia e poi iniziare un gioco raccomandato da un amico. Dal punto di vista del cervello, i social media non fanno altro che aumentare il carico di lavoro”.

Riferimenti: Human Brain Mapping

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