ALCUNE VOLTE le ore ci sembrano non passare mai. Altre volte ci paiono volare. Perché lo scorrere del tempo è percepito in modo così soggettivo e variabile? Una domanda cui ha appena risposto, almeno parzialmente, un’équipe di scienziati del Champalimaud Centre for the Unknown di Lisbona: come raccontano sulle pagine di Science, i ricercatori hanno infatti identificato, per la prima volta al mondo, i circuiti neurali che modulano la percezione dello scorrere del tempo, nel cervello dei topi. Ma c’è dell’altro: il team, coordinato da Joe Paton, è addirittura riuscito a manipolare l’attività dei neuroni in modo tale che gli animali sovrastimassero o sottostimassero la durata di un intervallo di tempo prefissato.
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