Obiettivo Giove per l’Europa

Giove batte le onde gravitazionali e le alte energie. L’Agenzia spaziale europea ha deciso che il prossimo progetto su cui investire i soldi – 830 milioni di euro – è il gigante gassoso e le 4 lune galileiane: Io, Callisto, Ganimede e Europa. 

Questa settimana, dopo quasi cinque anni di consultazioni, sono state rese pubbliche la decisione e la road map del progetto. La sonda Juice (acronimo di Jupiter Icy moons Explorer) sarà lanciata nel 2022, raggiungerà Giove nel 2030 (ben dopo la sonda Juno della Nasa, ora in viaggio) e gli girerà intorno per almeno tre anni, raccogliendo dati senza sosta su atmosfera e magnetosfera e sulle interazioni con le lune. Poi farà visita a Callisto, “il corpo più butterato del Sistema solare”, come ricorda l’Esa, farà due giri intorno alla ghiacciata Europa (della cui crosta misurerà lo spessore, con l’idea di identificare i siti per una futura possibile esplorazione) e poi – saremo già nel 2032 – entrerà nell’orbita del promettente Ganimede, dove indagherà la superficie di ghiaccio e l’oceano sottostante. A questa luna sarà dedicata particolare attenzione, dal momento che è l’unica del Sistema Solare a generare il proprio campo magnetico. Il lavoro della sonda si concluderà con un crash sulla superficie del satellite. 

La missione Juice è la prima della serie Large class all’interno del programma Cosmic Vision 2015-2025 dell’Esa, che conferma il suo ruolo da protagonista nelle questioni spaziali. Per ora rimangono dunque fuori NGO (New Gravitational wave Observatory), la missione per la ricerca delle onde gravitazionali, e Athena (Advanced Telescope for High-Energy Astrophysics), ma saranno considerate per la prossima call di Large mission, attesa nel 2013. Secondo il Cosmic Vision, Juice dovrà aiutare a chiarire le condizioni per la formazione dei sistemi planetari e della vita, dal momento che il grande pianeta e i suoi satelliti sono considerati una specie di modellino del Sistema Solare. Inoltre, “Giove è l’archetipo dei pianeti giganti gassosi extrasolari”, come ha ricordato Alvaro Giménez Cañete, direttore della Science and Robotic Exploration all’Esa. 

Veniamo alla sonda. Secondo quanto riporta anche la Bbc, il concept prevede un corpo di 1,56 metri di larghezza x 1,56 di spessore x 2,68 di altezza, per un totale 4,8 tonnellate. Su questo saranno montati una grande antenna per le telecomunicazioni e degli enormi pannelli solari.

Al costo di 830 milioni di euro andrà poi aggiunto quello per gli 11 strumenti di cui lo spacecraft sarà dotato, e che farà raggiungere gli 1,1 miliardi di euro. La strumentazione, però, non peserà sull’Esa ma sarà finanziata dai paesi che entreranno a far parte del progetto, ancora da stabilire. L’annuncio è atteso per l’inizio del 2013 e l’Italia sarà tra questi. “Il ruolo dell’Inaf e italiano in generale in Juice è molto importante. Sono coinvolti diversi nostri istituti come anche varie università sul territorio nazionale. L’aspettativa da parte della comunità internazionale è molto elevata, sia dei nostri partner europei che d’oltreoceano“, ha dichiarato Giuseppe Piccioni, responsabile scientifico della missione Juice per l’Istituto Nazionale di Astrofisica e membro dello Iaps-Inaf. 
 
via wired.it 
 
Credit immagine a FlyingSinger/ Flickr

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