Ambiente

Quasi quasi mi faccio un orto nel salotto di casa

Le verdure fanno bene alla nostra salute, soprattutto se fresche e coltivate senza pesticidi. Peccato che non crescano in salotto. O forse sì? È a quanto stanno lavorando i ricercatori Enea del Laboratorio Bioprodotti e Bioprocessi, impegnati nella messa a punto di un sistema semplice, sostenibile e low cost per coltivare verdure in casa, senza uso di pesticidi. Il dispositivo è uno scaffale-mobile adatto ad ospitare alcuni vasi, prevede illuminazione di precisione, ventilazione mirata e uso minimo d’acqua. I primi risultati hanno riguardato la coltivazione dello zafferano e ora i ricercatori stanno conducendo prove su lattuga e pomodoro.

Un orto da salotto

L’innovativo dispositivo è provvisto di un sistema di illuminazione di ultima generazione a LED che riproduce le condizioni ideali per la fotosintesi. Inoltre, è in grado di adattare la ventilazione ai fabbisogni delle piante e all’utilizzo di substrati convenzionali (terreno, terriccio, compost). Il ricercatore Luigi D’Aquino spiega che Enea sta mettendo a punto questo dispositivo da appartamento a partire da Microcosmo, un simulatore hi-tech, recentemente brevettato, destinato alla ricerca scientifica per la coltivazione di piante al chiuso e in ambienti estremi. Il sistema in via di sviluppo è più semplice ed economico da gestire – ha raccontato D’Aquino – ha buone rese produttive, e permette al singolo cittadino di diventare produttore senza particolari competenze o costi proibitivi.

I benefici di una casa green

L’idea di un orto fai da te, in casa, potrebbe avere diversi benefici, oltre alla soddisfazione dell’autoproduzione. Lo ha confermato anche una review su International Journal of Built Environment and Sustainability, che evidenzia come la presenza di piante in casa o in ufficio ci predispone a sentimenti positivi ed in grado di aumentare la produttività di chi lavora. Sembra che, negli ospedali, possano addirittura aumentare la tolleranza al dolore dei pazienti.

Le piante possono migliorare la qualità dell’aria anche degli spazi chiusi, riducendo il livello di diossido d’azoto (CO2), di ozono e di VOC, sostanze organiche volatili provenienti dagli arredi. Infine, potrebbero essere un aiuto alla “sindrome dell’edificio malato”, una condizione legata al troppo tempo trascorso negli ambienti chiusi che provoca irritazione agli occhi, problemi respiratori, mal di testa e vertigini.

Riferimenti: ENEA

Credits immagine di copertina: Emily Wade on Unsplash

Sabrina Presto

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