“Pesci e pescatori: due specie a rischio”. È questo lo slogan scelto dal Wwf e dall’Agci Pesca, l’associazione che riunisce le cooperative di pescatori italiani, per presentare un piano d’azione congiunto a favore di una pesca sostenibile. La fauna ittica si sta riducendo e per questo, secondo il Wwf, negli ultimi dieci anni si sono persi in Europa oltre 60mila posti di lavoro nel settore. Secondo le due associazioni, ambientalisti e pescatori devono cooperare per la conservazione delle risorse marine e lo sviluppo del settore della pesca è necessario per diffondere comportamenti responsabili e attività ecosostenibili. Gli interventi previsti dall’accordo sono diversi: affidare la gestione di alcune aree marine protette agli operatori-pescatori locali, incentivare forme di pescaturismo (finora possibile in 20 località con 66 imbarcazioni coinvolte), promuovere attività culturali e naturalistiche legate al mare; regolamentare la pesca sportiva in mare in modo analogo a quanto avviene per la caccia e per quella in acqua dolce; rendere di effettiva applicazione il codice di condotta Fao sulla pesca, facendolo entrare in ogni barca e nella sensibilità e pratica quotidiana dei pescatori; promuovere la diffusione di nuove tecnologie per il controllo e la repressione della pesca illegale; lottare contro l’inquinamento costiero e marino. In Italia solo la piccola pesca costituisce l’84 per cento della flottiglia nazionale, con 69mila tonnellate di pescato e 415 milioni di euro di fatturato l’anno. Proprio su questi temi, entro il prossimo dicembre gli stati dell’Unione europea dovranno approvare la riforma della politica comunitaria sulla pesca. (m.ba.)