Pesticidi, attenzione alla forma

I pesticidi possono avere effetti imprevedibili quando si degradano nell’ambiente. È il risultato di uno studio condotto da un gruppo di chimici dell’Università della California di Riverside e pubblicato nei Proceedings of the National Academies of Sciences. I ricercatori americani hanno scoperto un’evidente differenza nella tossicità e nella persistenza tra le varie forme chirali che caratterizzano alcuni componenti chimici alla base dei pesticidi. Sarebbe proprio questa proprietà, la chiralità, a determinare il grado di rischio di un insetticida. La chiralità è la proprietà che rende due oggetti uno l’immagine speculare dell’altro, come le nostre mani. Infatti, sebbene abbiano le stesse proprietà chimiche le versioni chirali di alcune molecole (dette enantiomeri) possono interagire con gli enzimi in modi differenti in virtù della loro diversa forma. Già in passato era stato notato come alcuni microbi fossero in grado di reagire con alcuni enantiomeri di noti pesticidi, che poi finivano nel ciclo alimentare. Per studiare il grado di tossicità degli enantiomeri dei più usati insetticidi, i ricercatori americani hanno studiato la risposta di un piccolo crostaceo, il Daphia. I risultati hanno confermato l’esistenza di una maggiore tossicità e persistenza di alcuni enantiomeri rispetto ad altri. Secondo gli autori dell’articolo, questo comporterebbe un diverso impatto ambientale di un dato pesticida a seconda del tipo di enantiomero contenuto. Questa scoperta renderebbe necessarie valutazioni più dettagliate di quelle condotte finora per indicare eventuali conseguenze sulla nostra salute. (m.cap.)

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