Voglia di pizza in gravidanza? Ok, ma non esagerate

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Pizza in gravidanza, ma non in abbondanza. Lo sostiene uno studio del Policlinico “A. Gemelli” di Roma, condotto su 406 donne partorienti per verificare l’associazione tra le abitudini alimentari delle gestanti e l’insorgenza di complicanze perinatali (adverse perinatal outcomes, APO) – riguardanti sia la donna che il neonato – tra i quali diabete gestazionale, parto prematuro, emorragia pre e post parto, ricorso al taglio cesareo, fino alle cure intensive neonatali. I risultati sembrano inequivocabili: un consumo eccessivo di pizza durante la gravidanza, dicono i ricercatori dell’ospedale romano, aumenta il tasso di complicanze perinatali.

Qual è l’influenza dei singoli cibi?

Prima di questo studio, la ricerca si era focalizzata principalmente su modelli dietetici specifici piuttosto che sull’influenza dei singoli cibi nell’insorgenza di complicanze perinatali. È risaputo che una dieta a base di frutta, verdura, legumi e pesce ha effetti benefici. Viceversa, alcol e fumo sono nemici ben noti del binomio madre-neonato. Per colmare questo gap, i ricercatori hanno suddiviso il campione in due gruppi: le donne che avevano affrontato almeno una complicanza durante la gravidanza e/o al momento del parto, e coloro che, nello stesso periodo, non avevano avuto complicanze (“gruppo controllo”). 

Quanto mangi italiano?

Ai due gruppi di donne è stato somministrato un questionario (food frequency intake questionnaire, FFQ) per registrare le abitudini alimentari adottate durante i nove mesi di gravidanza, con particolare riguardo verso i cibi tipicamente italiani come pasta e pizza. Le frequenze di assunzione dei vari cibi sono state poi categorizzate (“mai”; “numero di assunzioni a settimana”; “ogni giorno”) e analizzate quantitativamente. Sono stati raccolti anche dati demografici (età al momento del parto, etnia, livello di studio, indice di massa corporea, abitudine al fumo eccetera) e informazioni sulla storia ostetrica delle donne (ad esempio, ricorso alla fecondazione assistita). La raccolta dei dati su più livelli è stata fondamentale per permettere ai ricercatori di individuare quei cibi che effettivamente causavano un aumento delle complicanze perinatali, indipendentemente da tutti gli altri fattori.

Pizza come fast food

I risultati suggeriscono che un eccessivo consumo di pizza durante la gravidanza provoca un aumento del tasso di complicanze perinatali. Ma cosa si intende per “eccessivo”? Il gruppo delle donne che avevano riscontrato almeno una complicanza perinatale mangiava, di media, due pizze a settimana durante la gravidanza – solo una, nel gruppo di controllo. Ma come è possibile che un alimento tradizionale e poco lavorato, come la pizza, possa essere così pericoloso in gravidanza? La pizza – spiegano i ricercatori – per l’elevato apporto calorico, di zuccheri e di sodio, è da considerarsi un alimento da fast food (e più la pizza è farcita maggiore è l’apporto calorico). Quindi un suo eccessivo consumo – teorizzano i ricercatori – può alterare il senso di sazietà causando sovrappeso, obesità, insulino-resistenza e, di conseguenza, complicanze perinatali.

Poiché le abitudini alimentari sono fortemente legate agli aspetti culturali di un’area geografica, migliorare la qualità della dieta delle donne in gravidanza richiede un approccio informativo multidisciplinare. Oggi, per le amanti del cibo italiano più famoso al mondo, non eccedere col consumo di pizza durante la gravidanza può rivelarsi un ottimo consiglio.

Articolo prodotto nell’ambito del Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara

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