Quanto valgono le api

Più di 150 miliardi di euro. È stato questo il valore in termini economici dell’impollinazione fornita dagli insetti alle principali colture alimentari nel mondo nel corso del 2005. Pari, cioè, al 9,5 per cento del valore totale della produzione di cibo. Lo rivela uno studio condotto dai ricercatori francesi dell’Inra e del Cnrs e tedeschi dell’Helmholtz Centre for Environmental Research (Ufz), che fornisce una stima del valore e delle perdite per il mondo dell’agricoltura correlata al declino degli insetti impollinatori. Secondo la ricerca, apparsa su Ecological Economics, la loro scomparsa potrebbe trasformarsi per il consumatore in una perdita compresa tra i 190 e i 310 miliardi di euro.

Basandosi sui dati della Fao, i ricercatori hanno calcolato il valore del contributo che gli insetti, soprattutto le api, forniscono alla produzione mondiale di cibo: 153 miliardi di euro nel 2005. E hanno trovato che in media il valore delle colture che per la loro produzione dipendono dagli insetti è più alto di quello delle colture non impollinate, come cereali o canna da zucchero (in media, rispettivamente 760 e 150 euro per tonnellata). Se questi insetti dovessero scomparire, quindi, le perdite per alcuni tipi di raccolti sarebbero tali da non consentire di soddisfare la domanda mondiale di cibo. E si tradurrebbero in perdite per i consumatori comprese tra i 190 e i 310 miliardi di euro.

Sono tre le principali categorie di colture minacciate. Frutta e vegetali, le cui perdite ammonterebbero a 50 miliardi ciascuna, seguite dai semi oleiferi, con 39 miliardi di euro. L’impatto sugli stimolanti, come caffè e cacao, sulle noccioline e le spezie sarebbe minore, almeno in termini economici. Lo studio, precisano gli scienziati, non pretende di fare previsioni precise, anche perché non tiene conto delle strategie che i produttori potrebbe applicare per far fronte alle perdite agricole e prende in considerazione solo la scomparsa totale degli insetti e non un loro graduale declino. (r.p.)

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