Il Giappone riprenderà a giorni la caccia alle balene a nord dell’isola giapponese di Hokkaido, nell’Oceano Pacifico, “per scopi di ricerca”, attirando così le numerose critiche da parte della comunità internazionale.
Già a marzo del 2014, una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja aveva stabilito che il Giappone dovesse fermare il suo programma di caccia in Antartide perchè condotto a scopi commerciali e non scientifici, contrario quindi a una moratoria del 1986 riguardo la caccia dei cetacei a uso commerciale. Durante l’audizione in tribunale infatti il governo australiano aveva segnalato la caccia ai cetacei come illegittima e inutile a fini scientifici, fini invece esclusivamente usati per nascondere la pratica a uso commerciale. Il Paese, infatti, non ha mai fornito una spiegazione sul perchè avesse bisogno di uccidere migliaia di balenottere minori in nome della ricerca. Gli esperti scientifici avevano dichiarato così alla corte che l’unico dato che la ‘ricerca’ giapponese aveva offerto dopo l’uccisione di oltre 7.000 balene era che “le balenottere minori dell’Antartide mangiano un sacco di krill”. Affermazione questa “che si può imparare in una classe di scuola”, hanno spiegato gli esperti.
Ora l’agenzia della pesca giapponese ha dichiarato che cacciare questi cetacei contribuirà alla ricerca, fornendo materiale importante da analizzare, come il contenuto dello stomaco e di altri organi. Ma ancora una volta quello che sembra muovere le reali intenzioni giapponesi è solamente la carne di balena considerata una prelibatezza locale. Secondo i più, infatti, la modifica del programma di caccia alle balene affinché risulti “scientifica” non è che una strategia commerciale.
Credits immagine: eGuide Travel/Flickr CC
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A qualcuno potrà sembrare che nel mondo vi sono problemi più importanti di questo, ma mi sia consentita una riflessione:
Alcuni anni lessi da qualche parte che il "giro d'affari" delle agenzie turistiche che organizzano gite turistiche per far vedere ai turisti le balene migranti di passaggio supera abbondantemente quello che si ricava macellando le balene.
Dunque se il mondo intero (per simpatia verso le balene o per interesse turistico) non riesce ad imporsi ad un pugno di cuochi giapponesi ed ai loro clienti ghiottoni, che speranza abbiamo di risolvere gli altri problemi del mondo, ove le questioni sono ben più
controverse ed ognuna delle parti ha qualche ragione valida?