Fisica e Matematica

Storie di 15 scienziate che hanno cambiato il mondo

Quali sono i primi scienziati famosi che vi vengono in mente? Probabilmente nella maggior parte dei casi sono nomi maschili, da Einstein a Galileo, da Newton a Darwin. Non c’è dubbio: storicamente il numero di uomini che si sono dedicati alla scienza e alla ricerca è più alto rispetto a quello di donne, e questo per ben note ragioni sociali, culturali ed economiche. Eppure il sesso femminile non è da meno, anzi: diverse sono le scienziate che, con le loro ricerche, hanno fornito contributi essenziali in varie discipline, dalla matematica all’astronomia, dalla chimica alla biologia fino alle scienze delle terra. 15 esempi sono raccontati nel libro per ragazzi (ma anche per adulti) di Vichi De MarchiRoberta Fulci, che narra le vicende professionali e personali di 15 scienziate di spicco, più e meno note al pubblico, del passato e del presente.

Vichi De Marchi, Roberta Fulci. “Ragazze con i numeri”; Editoriale Scienza – Collana Donne nella scienza; a partire da 11 anni; 2018; pp. 208, euro 18,90.

Sono le “ragazze con i numeri”, come recita il titolo, donne che anche in situazioni esterne sfavorevoli rispetto alle loro possibilità di studiare o di fare carriera – ad esempio in epoche o in paesi in cui nessuna persona di sesso femminile poteva accedere alle scienze dure – sono riuscite a laurearsi e portare avanti le loro ricerche, spesso contro tutto e contro tutti, con risultati di successo. Valentina Tereshkova, Jane Goodall, Tu YouYou, Katherine Johnson, Rita Levi Montalcini, Margaret Mead, Katia Krafft, Maryam Mirzakhani, Wangari Maathai, Rosalind Franklin, Vera Rubin, Sophie Germain, Laura Conti, Marya Sibylla Merian, Hedy Lamarr: sono questi i nomi delle protagoniste del libro, scelte dalle autrici, che hanno fatto dell’impegno, della preparazione scientifica, della volontà e del coraggio le loro armi vincenti per raggiungere i loro sogni. E il messaggio del libro è proprio questo: tutti e tutte possono e devono lottare per ciò che li appassiona, anche se si tratta di fisica quantistica o ingegneria aerospaziale.

Qualche esempio? All’inizio degli anni ’60, una giovane matematica della Nasa, Katherine Johnson, chiede per la prima volta di poter partecipare a riunioni fino ad allora riservati solo agli uomini. In queste riunioni riesce a dialogare con i ricercatori e calcola per loro la traiettoria di volo dell’astronauta Alan Shepard, il primo americano in orbita, fornendo un contributo importante per la ricerca spaziale. Senza di lei, l’equipaggio della missione Apollo 13 non sarebbe tornato indietro.

Altro esempio di forza di volontà è quello di Wangari Maathai, premio Nobel per la Pace nel 2004, che sfida le regole sociali fin da piccola, quando nell’Africa degli anni ’40 è la prima bambina a frequentare le scuole. Questo grazie all’aiuto della famiglia, che fin da subito crede in lei. Di primati Wangari ne collezionerà anche altri: è anche la prima donna a conseguire un dottorato in tutta l’Africa occidentale e centrale. La sua vita è dedicata alla lotta per la tutela dell’ambiente. Ma l’arma della sua lotta è assolutamente non violenta e consiste nel piantare alberi. Grazie a lei ne sono stati piantati 51 milioni, un numero da record per una persona sola.

E che dire della matematica ottocentesca Sophie Germain? Anche lei ha dovuto combattere per poter studiare, tanto che da piccola leggeva i libroni del padre durante la notte, di nascosto. Nonostante gli ostacoli, è stata la prima donna iscritta all’École Polytechnique di Parigi, il prestigioso istituto per gli studi scientifici. Come ha fatto? Ha inviato una lettera contenente un’articolata dimostrazione, il tutto sotto falso nome, fingendosi un uomo. E il destinatario era niente di meno che Joseph-Louis Lagrange (il padre della Lagrangiana, per intenderci). Da grande Sophie Germain dimostra un caso particolare dell’ultimo teorema di Fermat, che oggi prende il nome di teorema di Germain. Non serve essere uomini per amare e padroneggiare questa materia, come riconoscono i suoi colleghi e come le scrive in una lettera il celebre matematico e fisico tedesco Carl Friedrich Gauss.

Katherine Johnson, Wangari Maathai, Sophie Germain sono solo tre dei numerosissimi esempi di donne che hanno combattuto per studiare, ottenendo risultati importanti ancora oggi. Tutte queste vite, dunque, non sono state o non sono importanti solo per le singole discipline scientifiche, ma dimostrano che qualcosa si può sempre fare per seguire le proprie passioni.

Viola Rita

Giornalista scientifica. Dopo la maturità classica e la laurea in Fisica, dal 2012 si occupa con grande interesse e a tempo pieno di divulgazione e comunicazione scientifica. A Galileo dal 2017, collabora con La Repubblica.it e Mente&Cervello. Nel 2012 ha vinto il premio giornalistico “Riccardo Tomassetti”.

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