Il buco nell’ozono sull’Antartide quest’anno ha raggiunto 17,5 milioni di chilometri quadrati (più grande del Nord America), registrando una sensibile crescita rispetto al 2002, quando la sua superficie era di 13 milioni di chilometri quadrati. Lo studio è stato pubblicato sul sito Internet della Nasa e ha coinvolto, oltre all’agenzia spaziale statunitense, anche scienziati del Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration) e del Nrl (Naval Research Laboratory). Le misurazioni sono state effettuate combinando i dati raccolti dall’Earth Probe Total Ozone Mapping Spectrometer della Nasa e dal 16 Solar Backscatter Ultraviolet del Noaa, strumenti che registrano i livelli di ozono nell’atmosfera, con quelli messi insieme dal Cmdl (Climate Monitoring and Diagnostics Laboratory del Noaa), che misura i trend e la distribuzione globale dei gas che compongono l’atmosfera. La crescita dipende da diversi fattori: “Molti composti chimici hanno causato il buco nell’ozono”, sostiene Paul Newman della Nasa, “ma anche le temperature estremamente basse, come quelle che si registrano in Antartide, sono una causa importante della diminuzione di ozono nell’atmosfera”. La grande differenza tra i dati raccolti quest’anno e quelli registrati nell’anno passato dipende dal cambiamento delle condizioni meteorologiche verificatosi in quella regione. “Se le temperature della stratosfera sopra il polo resteranno così basse”, afferma Bryan Johnson del Cmdl, “presto in quella regione non ci sarà più ozono”. (ma.c.)
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