SpaceX comincia l’era delle missioni “riciclate”

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(Credits: Space X)
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Il concetto di usato sicuro è tornato nello Spazio. SpaceX ha infatti spedito in orbita una nave cargo già utilizzata, spinta fuori dall’atmosfera da un razzo anch’esso già usato in precedenza. È successo sabato scorso quando la compagnia di Elon Musk ha lanciato verso la Stazione spaziale internazionale (Iss) una capsula Dragon per mezzo di un Falcon 9 che poi, una volta completato il proprio compito, è tornato integro a terra posandosi a Cape Canaveral, da dove era partito sette minuti e 40 secondi prima. Si è trattato dalla undicesima missione di rifornimento verso la Iss. Il codice assegnato al lancio era infatti Crs-11.
Non è la prima volta che un veicolo “riciclato” torna nello Spazio dopo essere stato lanciato, utilizzato e revisionato. Si trattava infatti della filosofia che guidava le missioni dello Space Shuttle, che riutilizzava integralmente la navetta e i booster, sacrificando unicamente il serbatoio esterno dell’orbiter. L’impresa non era stata comunque mai tentata e completata da nessuna compagnia privata. SpaceX ha così stabilito anche questa pietra miliare nell’industria aerospaziale, nell’ottica di abbassare i costi dei singoli lanci e rendere complessivamente meno onerosi i programmi spaziali in genere.

La capsula Dragon in questione era già andata a rifornire di cibo, acqua ed equipaggiamento vario gli astronauti della Iss nel settembre del 2014. La missione (Crs-4) era stata poi completata con un rientro da manuale nelle acque dell’Oceano Pacifico.

In questa occasione il lancio è servito a portare in orbita circa 27 quintali di materiali e quello di sabato è stata una missione da record. Quello di sabato è stato infatti il centesimo lancio effettuato dalla piattaforma 39A della base di Cape Canaveral. Da qui sono partite 11 delle missioni del programma Apollo, una missione, nel 1973, dello Skylab, 82 missioni di Space Shuttle e, ultimamente, cinque lanci operati da SpaceX.

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