Stazione di servizio sulla Luna

La Luna come una miniera da cui estrarre ossigeno e combustibili utili agli astronauti delle future missioni spaziali. A suggerire questa ipotesi sono stati gli scienziati della Nasa, che hanno osservato attraverso l’Hubble Space Telescope i materiali presenti sulla superficie del satellite. Grazie a una macchina fotografica installata sul telescopio nel 2002, l’Agenzia spaziale americana ha raccolto immagini dettagliate del più grande cratere lunare, Aristarco, largo 42 chilometri e profondo tre. Le rocce osservate contengono ilmenite, un minerale ricco di ossigeno, ferro e titanio, che potrebbe essere utilizzato per produrre aria respirabile e combustibile per i razzi. Si tratta di capire, tuttavia, se l’ilmenite presente sul suolo lunare sia abbastanza abbondante da giustificare i costi elevati per l’estrazione dell’ossigeno. Le osservazioni di Hubble, che si sommano a quelle effettuate durante le missioni Apollo nel 1971 e 1972, oltre a rivelare dati interessanti per la comprensione dell’evoluzione geologica lunare, sono di grande interesse per le prossime imprese spaziali: la Nasa, infatti, intende riprendere l’esplorazione umana sulla Luna entro il 2018. (t.m.)

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