Storie dal pianeta acqua

Diane Raines Ward Water Wars. Storie dal pianeta acquaCarocci, 2004pp. 300, euro 21,00Le antiche civiltà della storia sono fiorite lungo i fiumi. L’acqua ha accompagnato l’umanità attraverso i secoli fin dai primi insediamenti. È la risorsa più preziosa del pianeta, perché senza non è possibile la vita. Abituati ad aprire un rubinetto e vederne scorrere litri e litri ci si può non rendere conto che il 40 per cento della popolazione mondiale prende l’acqua fuori casa e ed è costretta a trasportarla nelle proprie abitazioni attingendo da pozzi, fiumi o stagni e acquitrini. Quasi il 20 per cento degli abitanti del pianeta non ha accesso a una quantità adeguata di acqua pulita. In altre parole, all’inizio di questo nuovo secolo lo stress idrico affligge un terzo del mondo. Sono i dati allarmanti con cui si apre il libro di Diane Raines Ward. La donna americana, che è a capo di un’associazione non-profit, riesce a raccontare il problema acqua sulla terra senza ricorrere a un facile e sterile catastrofismo, ma rendendo le dimensioni reali di una questione aperta che non risparmia nessuno dei cinque continenti. Le risorse idriche non sono illimitate: il costante aumento della popolazione mondiale rende sempre più pressante la richiesta dell’acqua, mentre le fonti disponibili sono sempre meno adeguate a rispondere a questa esigenza. Arrivati a questo punto, se non si prende coscienza della necessità di gestire in modo equo, intelligente e lungimirante l’acqua di cui disponiamo, bisognerà tenere conto del rischio di un collasso idrico su scala mondiale. Non è un’opinione personale, ma una logica conseguenza della situazione attuale. Ci sono paesi, come l’India, la Cina, il Bangladesh, il Pakistan, la Siria, l’Iraq e diversi Stati africani, che versano nella miseria e nella siccità per penuria di acqua. Nello stesso momento in altre parti del mondo si lotta per sopravvivere al pericolo delle inondazioni o per respingere le acque che avanzano dal mare, invadendo le terre abitate. Nel XX secolo c’è stata un’esplosione di opere mastodontiche di ingegneria idraulica. Dighe, bacini e canali di irrigazione, sistemi di drenaggio e pompaggio delle acque sono stati realizzati un po’ ovunque nel tentativo, e a volte nell’illusione, di controllare i corsi d’acqua, di deviarli e convogliarli. Le dighe hanno permesso di irrigare campi e di salvare zone della terra dall’aridità. Nei Paesi Bassi, in gran parte depressi sotto il livello del mare, dighe e canali sono vitali per impedire il risucchio delle acque, situazione non diversa dalla nostrana città di Venezia, che sprofonda di un millimetro l’anno, ovvero dieci centimetri in un secolo. La frenetica lotta umana contro l’acqua, in un senso o nell’altro, ha risolto tanti problemi, ma ne è stata foriera di altri. Gli effetti collaterali per l’ambiente, per l’inquinamento prodotto, per la cattiva gestione e manutenzione delle imprese realizzate sono stati spesso un alto scotto da pagare. Le storie che percorrono il libro sono frutto di una ricca e doviziosa documentazione dell’autrice, che in più di dieci anni di viaggi ha raccolto testimonianze di ingegneri, agricoltori, politici e gente comune dei posti più lontani e diversi. Ognuno di loro porta il suo tassello di verità, ognuno racconta i guai contro cui ha dovuto combattere. Diane Raines Ward tira le fila, inquadrando di volta in volta i contesti storici, sociali e politici. Il problema dell’acqua ha complessi risvolti, come le tensioni in Medio Oriente fra Turchia, Siria e Iraq, dove tutte le speranze di stabilità, secondo l’autrice, passano per un controllo internazionale delle acque. Le storie dal pianeta acqua danno idea del livello critico a cui ci stiamo avvicinando.

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