Strade mortali per gli elefanti

La crescita della rete stradale in Africa centrale è certamente un segno di sviluppo: ma sta avendo un impatto disastroso sulla popolazione di elefanti. Lo dimostra una ricerca curata dalla Wildlife Conservation Society, pubblicata su Public Library of Science-Biology. Sono gli elefanti che vivono nelle foreste, in particolare, a farne le spese: i bracconieri in caccia di avorio possono più facilmente raggiungere anche le parti più inaccessibili della foresta, mentre le strade favoriscono l’avanzamento di insediamenti umani, frammentando le aree forestali in cui gli elefanti hanno sempre vissuto.

Gli autori dello studio hanno percorso oltre 6000 chilometri in cinque paesi, esaminando un’area di oltre 68.000 chilometri quadrati. Hanno concluso che la presenza di elefanti si è drasticamente ridotta dall’ultima ricognizione sistematica, effettuata nel 1989 (che aveva stimato la popolazione di elefanti nel bacino del Congo in 170.000 unità), e questo in particolare nelle vicinanze delle strade. Misurando i depositi di letame e le carcasse di elefanti rivenute, gli autori hanno concluso che gli elefanti vengono progressivamente spinti dalla pressione dei bracconieri nelle zone più remote dei grandi parchi nazionali.

Gli elefanti di foresta sono diversi da quelli della savana, sia geneticamente che esteriormente: sono più piccoli, e hanno zanne più corte e diritte. “Le strade non sorvegliate sono un pericolo mortale per questi elefanti” ha spiegato il biologo Stephen Blake, principale autore dello studio. “Non è l’effetto fisico delle strade il problema, perché gli elefanti in realtà amano la vegetazione che si sviluppa ai lati della strada. Il fatto è che queste strade permettono ai bracconieri di raggiungere facilmente le foreste con armi e munizioni, e diventano un canale di comunicazione con i mercati di selvaggina”. Secondo gli autori, la popolazione di elefanti di foresta continuerà a calare in questa zona senza politiche di controllo delle nuove strade. “Purtroppo i fondi a disposizione per la protezione degli elefanti in Africa Centrale sono molto minori rispetto a quelli disponibilil per esempio, in Sudafrica” commenta Blake. (n.n.)

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