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Riscritta la storia dei mammut

Dei fossili provenienti da Norfolk, nel Regno Unito, gettano nuova luce sulla storia dei mammut in Europa, mostrando come, circa un milione di anni...

Uomini per caso

Quando si è separata la linea evolutiva dell’uomo da quella delle scimmie antropomorfe africane? È una delle domande a cui la paleoantropologia non ha ancora dato una risposta definitiva. Le scoperte che si sono susseguite negli ultimi anni infatti sembrano aver complicato la genealogia del genere Homo piuttosto che semplificarla. Uno strumento importante nella ricerca delle nostre origini è l’analisi del Dna ricavato dai fossili. Galileo ne ha parlato con Olga Rickards, che, insieme a Gianfranco Biondi, ha scritto “Uomini per caso, miti, fossili e molecole nella nostra storia evolutiva” dal 20 ottobre in libreria

Roma al tempo degli elefanti

Il sottosuolo della capitale è ricco di reperti fossili di proboscidati del Plio-Pleistocene, “Elephas antiquus” e “Mammuthus”. Per questo oltre 250 studiosi si sono dati appuntamento al primo congresso internazionale su questi animali, “World of Elephants”, che si svolgerà a Roma dal 17 al 19 ottobre prossimi nella sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche.Galileo ha intervistato Maria Rita Palombo, del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Roma La Sapienza, nonché membro del Comitato organizzatore del Congresso

In Asia il lemure più antico

Scoperti in Pakistan i più antichi resti fossili di lemuri, un genere di proscimmie attualmente presente solo in Madagascar. La scoperta, pubblicata questa settimana...

Elliot, gigante australiano

Potrebbe essere il più grande dinosauro scoperto in Australia. E’ stato rinvenuto nella proprietà di un allevatore di pecore, vicino Winton, nello stato del...

A Ceprano le origini degli europei

Sarebbe l’uomo di Ceprano, località a 100 chilometri da Roma, l’antenato più antico degli europei. Il cranio somiglia in parte a quello dell’Homo erectus, ma la sua antichità e la sua collocazione geografica lo rendono unico dal punto di vista paleoantropologico. Rappresenterebbe così un ponte tra un gruppo più arcaico di ominidi composto dall’insieme Homo ergaster – erectus, presenti in estremo oriente, e uno più recente, l’Homo rhodesiensis, dal quale si ritiene abbia avuto origine l’Homo sapiens. Galileo ha intervistato Giorgio Manzi, uno dei tre paleontologi italiani che hanno condotto la ricerca

Cure da ominide

La capacità di accudire i propri simili non autosufficienti potrebbe essere stata presente anche nei nostri lontani antenati pre-Neandertaliani,. A suggerirlo sono alcuni fossili...

Finestre sulla paleoantropologia

Gianfranco Biondi, Olga Rickards I sentieri dell’evoluzioneCuen, 2000pp. 208, £16.000La ricostruzione delle origini della specie umana è tutt’altro che un capitolo chiuso. Negli ultimi...

Rettili a crescita veloce

I dinosauri erano così grandi perché crescevano molto rapidamente. Lo rivela uno studio condotto da un gruppo di paleontologi dell’Università dello Stato della Florida,...

Kababba, il primo ominide

Un nuovo tassello si aggiunge alla già complicata linea genealogica del genere Homo. I fossili sono stati ritrovati a Middle Awash, una regione dell’Etiopia centrale, e apparterrebbero a un ominide vissuto fra i 5,2 e i 5,8 milioni di anni fa. Si tratta di una sottospecie di Ardipithecus ramidus che anticipa il momento della divisione della linea evolutiva delle grandi scimmie da quella dei primi Homo. Per questo Yohannes Haile-Selassie dell’Università di Berkeley in California che lo ha scoperto, scrivendo su Nature, lo chiama “kababba” che in lingua Afar significa “primo progenitore della famiglia”

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