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E’ uno dei disastri ambientali più gravi di tutti i tempi: il mare d’Aral, nell’Asia centrale, il quarto specchio d’acqua interno del mondo, presto sarà un ricordo. La sua superficie è ridotta a metà, il volume a un terzo. Delle specie di animali e piante che popolavano le sue acque e le sue rive ne sono sopravvissute pochissime. L’economia della regione è in ginocchio e la salute dei suoi abitanti a rischio. Ora la Banca Mondiale e gli Stati Uniti tentano di salvare il salvabile

Una foresta pietrificata rimasta sotto la sabbia per quasi duemila anni è stata portata alla luce sulle coste dell’Oregon, negli Stati Uniti, dalle violente...

C’è stata un’epoca in cui Australia ed America del nord erano unite in un unico continente. Il distacco avvenne circa un miliardo di anni...

Come cambierebbe la distribuzione delle specie viventi sulla Terra se il clima del pianeta dovesse riscaldarsi? Per saperlo non basta considerare l’aumento di temperatura. Lo scenario sarebbe più complesso, e dovrebbe tenere conto di molte altre variabili. Per esempio, della competizione tra le popolazioni originarie con le nuove arrivate. E’ questa la conclusione di uno studio pubblicato su Nature. Galileo ha intervistato Andrew J. Davis, uno degli autori della ricerca

Gli effetti del clima, delle variazioni meteorologiche e del degrado ambientale sulla vita e la salute degli organismi viventi

Una natura sempre più travolta dai successi dell’economia mondiale. E’ questo il dato che emerge da “State of the World 1998”, il rapporto annuale sullo stato della Terra e del suo ambiente realizzato per il quindicesimo anno dal Worldwatch Institute e in uscita in questi giorni. Una crisi ecologica in atto già da diverso tempo ma che ora – sottolineano gli estensori del rapporto – ha raggiunto il punto critico

Querce e pini secolari, castagni e ulivi millenari. Monumenti viventi minacciati, ma non protetti dalla legge

Dai 200 ai 1400 anni: è l’età degli alberi dell’Amazzonia. Tanti secoli per costruire ciò che l’uomo abbatte in pochi istanti

L’inquinamento ambientale e acustico provocato da decine di decolli di jet militari ogni giorno, il rischio delle armi nucleari conservate nei depositi, pesanti influenze sull’economia dell’intera regione. Vivere accanto a una base militare come quella di Aviano, vicino a Pordenone, è come vivere da sequestrati. Lo denuncia il Comitato unitario contro Aviano 2000, che con il convegno “Gettiamo le basi” lancia un allarme contro la militarizzazione del territorio e della società

Dove si osserverà l’inizio del nuovo millennio? Per gli studiosi sorgerà in anteprima su una piccola isola neozelandese