Terra in riserva

L’essere umano consuma più di quanto la Terra può produrre. È l’allarme contenuto nel Living Planet Report 2004, presentato oggi dal Wwf Italia a Roma in contemporanea con il lancio internazionale. Lo studio, pubblicato ogni due anni, valuta l’impronta ecologica degli esseri umani. Risultato: consumiamo più del 20 per cento delle risorse naturali che la Terra può produrre, con un’impronta media di 2,2 ettari per persona, mentre sono disponibili solo 1,8 ettari che producono risorse naturali. Non mancano le differenze nello sfruttamento delle risorse: l’impronta di uno statunitense, infatti, è doppia di quella di un europeo ed è sette volte quella di un asiatico o di un africano. Questa forte pressione sul pianeta ha causato il declino in media del 40 per cento delle popolazioni di specie terrestri, di acqua dolce e marina tra il 1970 e il 2000. Colpa appunto, secondo il Wwf, della crescente domanda umana di cibo, fibre, acqua ed energia. Allarmante è soprattutto la nostra impronta energetica. Lo sfruttamento di combustibili fossili è aumentato di circa il 70 per cento tra il 1961 e il 2000, con conseguenze forti sui cambiamenti climatici. I governi, dice il Wwf, devono intervenire riducendo la perdita della biodiversità entro il 2010 rispettando l’impegno del Summit mondiale dello sviluppo sostenibile di Johannesburg del 2002. (r.p.)

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