Salute

Test rapidi, con omicron più probabilità di avere falsi negativi

Se si è infetti con la variante omicron, i test antigenici rapidi potrebbero avere più probabilità di dare un risultato falso negativo. È quanto afferma l’ente regolatorio statunitense Food and drug administration (Fda), in una nota del 28 dicembre riguardo la sensibilità dei test rapidi nell’individuare i positivi a Covid-19

Complici le festività, l’impennata dei contagi e la diffusione della nuova variante molto più trasmissibile, negli Stati Uniti, come in Italia, in questi giorni si sta verificando una vera e propria corsa ai tamponi. Adesso, la notizia da parte dell’ente statunitense aiuta a gettare luce su presunti casi di infezione da omicron sotto-stimati a causa di test rapidi falsi negativi.

L’analisi dei tamponi

Da quando omicron è stata designata come variante di preoccupazione e ha contribuito ad aumentare notevolmente il numero di casi di Covid-19, l’Fda ha iniziato a collaborare con il National institutes of health (Nih) statunitense per studiare le prestazioni dei test antigenici con campioni di pazienti infetti da omicron al fine di valutarne la sensibilità (e cioè la misura della probabilità del test di individuare una persona positiva a Sars-cov-2). Dal momento che la nuova variante presenta molte mutazioni del genoma (caratteristica che si ritiene possa essere responsabile anche di una maggiore capacità di eludere il sistema immunitario) si sono resi necessari questo tipo di studi, in modo da ottenere tracciamenti dei contagi il più possibile accurati

Ricordiamo che i test antigenici (chiamati anche test rapidi) sono esami diagnostici che, a differenza del tampone molecolare, individuano le proteine prodotte da Sars-cov-2 e non il suo genoma. Questo vuol dire test più economici e minor tempo di elaborazione dei risultati, a scapito di una minore sensibilità, specie nelle fasi iniziali dell’infezione. 

Le differenze

Il gruppo di ricerca Fda-Nih inizialmente ha condotto test in laboratorio su alcuni test antigenici disponibili negli Stati Uniti con campioni di Sars-cov-2 inattivati al calore, in quanto non erano ancora disponibili campioni provenienti da pazienti con il virus vivo (che rappresentano il modo migliore di valutare le prestazioni reali dello strumento diagnostico).

Secondo i dati preliminari, i test antigenici presi in esame erano in grado di rilevare omicron, con prestazioni simili rispetto alle altre varianti di Sars-cov-2. Tuttavia, quando si sono resi disponibili i campioni di pazienti contenenti virus vivi, i primi dati hanno evidenziato che, sebbene i test antigenici fossero in grado di rilevare la variante omicron, essi presentavano una sensibilità ridotta. In parole povere, potrebbe esserci una maggiore possibilità, con omicron, di avere un falso negativo

Comunque sia, la Fda, si legge nella nota, continua ad autorizzare l’uso dei test rapidi, anche quelli disponibili in kit fai-da-te, purché vengano utilizzati in conformità con le istruzioni incluse con i test, ricordando che se una persona risulta negativa con un test antigenico ma presenta sintomi o un’alta probabilità di essere stata esposta a Sars-cov-2, il test molecolare rimane il gold standard per determinare se è in corso un’infezione. 


Covid-19 ai tempi di Omicron, quando fare il tampone


Come adoperare e leggere i test rapidi

Per test rapidi (o antigenici) ci si riferisce sia a quelli effettuati dalle farmacie che quelli disponibili in kit fai-da-te. Entrambi i tipi, infatti, si basano sulla medesima reazione chimica, e cioè l’immunocromatografia utilizzando anticorpi contro la proteina N ​​di Sars-cov-2 presente nei campioni delle vie respiratorie. 

In particolare, i kit fai-da-te hanno marchio Ce e sono liberamente acquistabili in farmacia, nei supermercati oppure online. Consistono in cassette che contengono un rivestimento in grado di reagire con la proteina del coronavirus e di colorarsi di conseguenza

Pertanto, se la proteina è presente nel campione prelevato con un tampone nasale, sul test, dopo circa 15 minuti apparirà una linea all’altezza della scritta (T). Il risultato quindi è positivo se sul test compaiono due linee (C e T); se ne compare solo una sulla C si è negativi, mentre se ne compare solo una sulla T il risultato non è valido. 

I tamponi fai-da-te sono stati molto utilizzati per la facile reperibilità, il costo contenuto (intorno ai 7 euro) e la facilità di esecuzione, anche se recenti studi mettono in guardia sulla loro effettiva accuratezza. Uno studio tedesco pubblicato su Eurosurveillance ha analizzato la sensibilità di 122 test antigenici, tutti marchiati Ce, trovando che essa variava in un ampio intervallo, e in cui 26 di questi avevano una sensibilità inferiore del 75%. “La maggior parte dei test valutati sembra essere adatta per l’identificazione rapida di infezioni acute associate a cariche virali elevate – si legge nello studio -. L’accesso al mercato di questi test dovrebbe essere basato su requisiti minimi di sensibilità e specificità”.

Via: Wired.it

Credits immagine: Guido Hofmann on Unsplash

Chiara Di Lucente

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