PER 13 giorni si sono moltiplicati, cresciuti, modellati. Tutto è avvenuto in provetta, sotto l’occhio vigile e impietoso del microscopio degli scienziati. Un risultato record: per la prima volta al mondo, infatti, due équipe indipendenti di ricercatori – la prima della Rockefeller University di New York, la seconda dell’Università di Cambridge, in Inghilterra – sono riuscite a coltivare in vitro embrioni umani per quasi due settimane, osservandone da vicino divisioni cellulari, modifiche strutturali e cambiamenti nella forma. Finora, mai nessuno era riuscito a portare gli embrioni oltre il nono giorno di coltura. I dettagli della scoperta sono stati pubblicati, rispettivamente, sulla rivista Nature (in un articolo la cui prima autrice è l’italiana Alessia Deglincerti) e sulla rivista Nature Cell Biology. Si tratta di un risultato particolarmente importante, che se da una parte riaccende il dibattito etico sullo studio e utilizzo degli embrioni umani, dall’altra potrebbe offrire agli scienziati nuove preziosissime informazioni sulle prime fasi di sviluppo degli embrioni stessi. Informazioni che, in futuro, potranno forse aiutarci a comprendere meglio le eventuali modifiche epigenetiche cui va incontro l’embrione nelle sue primissime fasi di vita e il motivo dei mancati impianti in utero nelle gravidanze frutto della fecondazione assistita.