Troppi turisti, e il panda se ne va

In Cina, l’istituzione di riserve naturali non salverà il panda dall’estinzione. Anzi: attirando frotte di turisti, ha accelerato il ritmo con il quale procede la distruzione dell’habitat del timido plantigrado. Così è accaduto nella riserva di Wolong, dove in trent’anni le aree più propizie alla specie hanno subito un drastico ridimensionamento, così come il numero dei panda che è più che dimezzato. Quando il parco venne istituito nel 1975 conteneva circa il 10 per cento dei panda superstiti in tutto il mondo: circa 145 esemplari allo stato selvatico, diventati 72 già nell’86. Per contro, la popolazione locale intorno alla riserva Wolong è più che raddoppiata: dalle 421 famiglie del 1975 si è passati a oltre 904 nel ‘95. E’ questo il quadro sconfortante che emerge da uno studio pubblicato sulle pagine di Science da un gruppo di ricercatori cinesi e statunitensi. Confrontando immagini riprese dai satelliti, gli studiosi hanno verificato gli habitat preferiti dai panda, quelli cioè che si trovano a una maggiore altitudine, sono diminuiti più velocemente dopo l’istituzione della riserva. Responsabili sarebbero i numerosi turisti che visitano il parco e che usano le piante per accendere falò e consumare i loro pranzi. . “Il turismo”, spiega Jianguo Liu dell’Università del Michigan, coautore dello studio, “stimola l’economia locale, ma utilizza anche molte risorse naturali piegandole alle proprie necessità”. Secondo Liu arrivati a questo punto c’è bisogno di un nuovo approccio di integrazione ecologica, demografica e socioeconomica. (g.i.)

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