Mentre gli habitat naturali di moltissime specie animali, tra cui ad esempio le farfalle, si stanno espandendo verso nord a causa dei cambiamenti climatici, per alcuni gli effetti sono esattamente opposti. Le zone abitate dai bombi del Nord America e dell’Europa si starebbero infatti restringendo sempre di più, secondo uno studio, il più esauriente mai condotto finora sugli effetti dei cambiamenti climatici sugli insetti pronubi, pubblicato su Science.
Sono infatti 420mila le testimonianze (che coprono più di 100 anni) della presenza di 67 specie di bombi, esaminate dai ricercatori, e tutte confermano la stessa cosa: il numero di questi importanti insetti sta declinando rapidamente a causa del riscaldamento globale. “I bombi impollinano molte piante che producono cibo per gli esseri umani e per gli animali,” ha commentato Leif Richardson, che ha preso parte alla ricerca: “Se non fermiamo il calo del loro numero ci troveremo presto ad affrontare prezzi più alti per alcuni cibi e una minore varietà”. Jeremy Kerr, autore principale dello studio, ha aggiunto che gli insetti pronubi sono vitali non solo per assicurarci la presenza di cibo, ma anche per la nostra economia, e che la loro perdita indebolirebbe entrambi.
Studiando le varie testimonianze, il team si è presto accorto che, mentre il confine nord del territorio dei bombi rimane sempre lo stesso, il confine sud si starebbe allontanando sempre di più dall’equatore, riducendo l’area in cui vivono questi insetti. Durante i circa 110 anni coperti dai dati analizzati dai ricercatori, infatti, il limite inferiore del territorio dei bombi è arretrato di circa 300 km, un ritmo senza precedenti, sottolineno gli scienziati.
La ricerca mostra anche che la causa principale non sono l’utilizzo di pesticidi e il cambiamento dell’uso delle terre, due delle principali minacce per la popolazione di bombi, ma si tratta senza ombra di dubbio dell‘aumento delle temperature: questi insetti, infatti, tendono a sparire dalle aree più calde sia che vengano usati pesticidi, sia nel caso contrario. Analogamente, non c’è correlazione con la quantità di terra coltivata in alcune zone, ma solamente con l’aumento delle temperature e delle ondate di calore.
Secondo gli scienziati, potrebbe esserci una causa evolutiva per questi cambiamenti: mentre la maggior parte degli insetti ha avuto origine e si è diversificata in aree tropicali, e potrebbe quindi adattarsi alle temperature via via più elevate, i bombi si sono invece originati nella più fredda eco-zona Paleartica, che comprende Europa, Asia a nord dell’Himalaya e Africa Settentrionale.
Ma come fare, quindi, a salvare i bombi? I ricercatori hanno una proposta estrema: spostarli in aree dove le temperature sono più adatte, tramite una “migrazione assistita”, un’idea controversa e molto discussa, che sta ultimamente prendendo piede tra i biologi. “Ci servono delle strategie per aiutare queste ed altre specie ad affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici indotti dall’essere umano” ha concluso Kerr.
Riferimenti: Science doi: 10.1126/science.aaa7031
Credits immagine: Jeremy T. Kerr