Circa il 10-20% dei tumori al polmone colpisce persone che non hanno mai fumato. Il fumo passivo, l’esposizione ad altri cancerogeni, incluso il radon, e l’inquinamento sono responsabili solo di una parte dei casi di tumore al polmone in chi non ha mai fumato. Oggi uno studio pubblicato su Nature Genetics inizia a far luce sulle possibili cause della restante fetta di casi, finora non spiegati adeguatamente. L’ipotesi è che l’accumulo di mutazioni genetiche dietro l’insorgenza del tumore sia riferibile ad alterazioni che insorgono nel corso della vita a causa di danni al DNA dovuti a vari processi fisiologici. La ricerca, condotta dai National Institutes of Health (Nih) statunitensi, individua tre nuovi sottotipi di questo tumore in chi non ha mai fumato.
Le mutazioni in chi non ha mai fumato
I ricercatori hanno studiato il genoma del tessuto tumorale di più di 200 pazienti con cancro al polmone, principalmente con adenocarcinoma, il tipo più frequente. Hanno poi comparato questo tessuto con quello di persone sane, per osservare se e quali alterazioni potevano essere associate alla neoplasia. Il risultato (non a sopresa, considerando l’eziologia dei tumori) è che in chi ha un tumore c’è un insieme di mutazioni che si sommano. Sono dovute ad esempio a errori nella riparazione del DNA o a eventi di stress ossidativo. Si tratta di danni che avvengono anche casualmente oppure generati da fattori ambientali o a effetti specifici come l’esposizione a cancerogeni. In alcuni casi questo accumulo può poi portare allo sviluppo di un tumore.
Dato che lo studio è su chi non ha mai fumato, le alterazioni rintracciate non sono quelle generalmente associate al cancro polmonare dei fumatori o degli ex fumatori. Inoltre, alcune mutazioni non erano presenti nei 62 partecipanti con il cancro esposti a fumo passivo in maniera rilevante. Ma ancora è presto per trarre qualsiasi conclusione, come rimarcano gli stessi autori, dato che il campione d’indagine è piuttosto ristretto.
I tre sottotipi di cancro in chi non ha mai fumato
Gli scienziati, guidati da Teresa Landi, hanno anche identificato 3 diverse forme di tumore al polmone nei non fumatori. Hanno classificato queste tipologie sulla base della quantità di mutazioni presenti. C’è il tipo “piano”, con poche mutazioni, “mezzo-forte” e “forte”. La nomenclatura si rifà all’ambito musicale in quanto gli autori hanno considerato il “rumore” (noise) di fondo del tumore, ovvero il numero di alterazioni. Il tipo piano procede lentamente, ma è più difficile da trattare dato che presenta più mutazioni driver, quelle che guidano la crescita del tumore e sono più difficili da colpire. Il vantaggio è che la crescita rallentata può consentire di rilevare precocemente questi casi. I sottotipi mezzo-forte e forte hanno molte più mutazioni e purtroppo si diffondono velocemente. Ma non hanno molte mutazioni driver e questo è un elemento positivo perché possono essere trattati un po’ più facilmente.
A cosa serve conoscere le mutazioni
Entrando nel dettaglio, nel sottotipo mezzo-forte, ad esempio, i ricercatori hanno individuato alterazioni nel recettore del fattore di crescita dell’epidermide (Egfr). Le mutazioni di questo elemento sono già associate a diversi tumori. Studiare queste caratteristiche ed ampliare il campione è importante per trarre più informazioni sul tumore del polmone in chi non ha mai fumato. E per capire qual è il peso del fumo passivo o dell’inquinamento, per esempio, e quali alterazioni potrebbero essere specificamente legate a questi casi. L’obiettivo finale è quello di individuare strategie per lo screening – attualmente non c’è uno screening specifico per il tumore al polmone – e studiare trattamenti terapeutici.
Riferimenti: Nature Genetics