Anche l’Artico potrebbe presto avere il suo buco nell’ozono. È la conclusione dello studio che David Fahey, chimico dell’atmosfera presso il National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) americano, e colleghi hanno pubblicato questa settimana su Science. I ricercatori hanno individuato sopra il Polo Nord alcune nubi stratosferiche polari, le Psc, ovvero delle nuvole che si formano durante gli inverni polari e si dissolvono in primavera. Queste contengono particelle insolitamente grandi – fino a 20 micron di diametro – costituite da acqua, acido nitrico e acido solforico. “Sono simili a sassi” è il commento di Fahey. Normalmente le particelle che costituiscono le Psc sono 3000 volte più piccole. Ma non quelle dell’Artico che, così grandi e pesanti, precipitano al suolo molto rapidamente, sottraendo azoto dall’atmosfera. Proprio quell’azoto che contribuirebbe invece a imprigionare il cloro e il bromo che, rilasciati dai composti chimici dispersi nell’aria, si mangiano piano piano lo strato di ozono. Quindi la denitrificazione, cioè la sottrazione di azoto, sarebbe un agente indiretto nel processo di distruzione dell’ozono. “Adesso il problema più grosso – secondo James Anderson, della Harvard University – è capire come questo sistema reagirà al carico di gas serra”. Perché i gas serra, che riscaldano gli strati più bassi dell’atmosfera, raffreddano la stratosfera e favoriscono così la denitrificazione, che avviene a basse temperature. (f.n.)
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