Un calcio alla natura

Se immaginiamo gli eventi organizzati dall’essere umano come un grande piede che si muove sulla natura quale sarebbe l’impronta “ecologica” che questo piede impietoso lascerebbe? A questa domanda ha risposto Andrea Collins dell’Università di Cardiff, che ha analizzato la finale di Coppa di Inghilterra di calcio tenuta nel 2004, considerando l’impatto ambientale dell’evento in termini di ettari di territorio “calpestati” al fine di ottenere le risorse equivalenti necessarie a realizzarlo. I ricercatori hanno per esempio calcolato gli ettari di foresta necessari ad assorbire l’anidride carbonica rilasciata nella produzione dell’energia che è stata utilizzata per l’evento; le risorse alimentari consumate contribuiscono invece in termini di terreni coltivati necessari per la produzione di queste risorse. In termini ecologici l’evento è risultato in un’impronta di 3.051 ettari. Di questi oltre la metà è dovuta all’energia impiegata nei trasporti per le trasferte dei tifosi, contributo che potrebbe “pesare” circa 400 ettari in meno se i tifosi automuniti utilizzassero degli autobus. Visualizzare tramite impronte i dispendi energetici ha lo scopo di responsabilizzare gli organizzatori di grandi eventi, al fine di elaborare strategie per il risparmio energetico e la riduzione dell’impatto ambientale. (m.d.b.)

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