Un pianeta da ammirare

Vista da così lontano la Terra assume i connotati dell’opera d’arte. E’ davvero affascinante osservare queste immagini di alcune aree del nostro pianeta che a una prima occhiata appaiono uscite dagli atelier dei grandi pittori del XX secolo.

Alcuni di questi “ritratti” planetari, selezionati tra gli oltre 400 mila scatti fatti dal satellite Landsat 7 a partire dal 1999, saranno esposti alla Library of Congress di Washington fino al 23 luglio prossimo.

I curatori dell’esposizione ne hanno scelti 41 secondo un doppio criterio di valenza scientifica e fascino artistico e ne hanno stampato delle riproduzioni ad alta risoluzione su pannelli quadrati di 75 cm per lato.

La mostra è stata organizzata grazie alla collaborazione della Library of Congress, della Nasa e dell’Usgs (U.S. Geological Survey), in occasione del trentennale del primo lancio di un satellite Landsat.Come ha giustamente sottolineato il ricercatore geologico statunitense Jon Christopherson, che studia le immagini scattate dal satellite, “da questo momento in poi ci si potrà fermare e ammirarle per la loro bellezza e non per fattori scientifici”.

Scopriamo così che visto da oltre 250 chilometri di distanza il nostro pianeta offre quadri del tutto simili a quelli prodotti dai grandi stili dell’arte contemporanea: impressionismo, cubismo, puntinismo, astrattismo, di cui nessuno era a conoscenza. Montagne, deserti, ghiacciai, isole, delta di fiumi dai colori più sfolgoranti, catturati in tutti gli angoli della terra, sembrano mostrare disegni di animali fantastici, sagome umane o molto più spesso soggetti astratti.

Diventa quasi un gioco associare ogni immagine a un pittore diverso: e così quella del Kilimanjaro è degna di Mirò, la cascata glaciale dell’Antartide a Fautrier, il lago australiano Carnegie a una tela di Matta, la deforestazione amazzone in Bolivia è tanto simile a qualcosa di Mondrian, così come i Monti Atlas in Marocco all’action painting di Jackson Pollock, e così via si potrebbe continuare con rimandi a Kandinskj, De Kooning, Tobey, Rothko, Dubuffet e tanti altri.

Christopherson sembra avere una predilezione per l’immagine che mostra il fiume nordsiberiano Lena, uno dei più grandi del mondo, ma altri mostri sacri presenti in mostra sono il già citato monte Kilimanjaro, il delta del Gange e quello del Volga, il deserto della Namibia, i fiordi islandesi.Un’ultima notazione sul Landsat, che dopotutto è “l’artista” dell’esposizione statunitense: fornito di sensori infrarossi copre l’area della Terra ogni 16 giorni. Le sue immagini, oltre ai fini artistici di questa particolare occasione, aiutano da anni gli scienziati a monitorare il riscaldamento terrestre, a disegnare carte di aree remote, a ricercare minerali e a studiare le tendenze urbane e agricole del pianeta.

Per chi non potrà vedere la mostra in loco, molte immagini sono disponibili anche via internet sui siti della Nasa e dell’Usgs.

EARTH AS ART. A Landsat perspective
Washington D.C., Geography and Map Reading Room Corridor, B Level, James Madison Building
Fino al 23 luglio 2003
Orario: lun-ven 8.30-17.30
Info: 202/707-8542

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here