La regione antartica del Sea Ross è l’ultima zona incontaminata del pianeta. Tanto immune dal degrado ambientale, quanto poco conosciuta. Adesso una pubblicazione dell’Istituto Antartico della Nuova Zelanda, curata da Emma Waterhouse, direttore del dipartimento ambientale dell’Istituto, ne racconta le caratteristiche. Il documento – 280 pagine dedicate per la prima volta all’Antartide – servirà a conoscere la regione del Sea Ross e a prevenire i rischi che minacciano l’ecosistema. I pericoli più gravi, secondo il rapporto, sono i cambiamenti climatici e la eccessivo impoverimento dell’ozono, che nel lungo periodo potrebbe alterare l’evoluzione di piante e animali. Ma non solo, potrebbe danneggiare l’ecosistema anche l’impatto degli abitanti della regione, solo tre stazioni che attive tutto l’anno (la Base Scott neozelandese, la McMurdo statunitense e l’Amindsen-Scott del Polo sud) e due estive (l’italiana Terra Nova e la tedesca Gondwana). Per oltre 50 anni, denuncia il rapporto, i rifiuti solidi della McMurdo e della Scott Base sono stati gettati nel mare e lasciati alla deriva. Soltanto ora si sta pianificando una gestione degli scarichi solidi e del liquame. Nel rapporto infine sono citati anche i rischi legati al turismo e alla pesca, sebbene oggi i livelli di queste attività siano bassi. Per garantire che l’Antartide resti un luogo incontaminato sono necessari interventi di cooperazione regionale, ha spiegato la Waterhouse, stimolando i responsabili dei vari settori (turismo, pesca e programmi scientifici nazionali) a “guardare alla regione nell’insieme e non a considerarla soltanto la sede delle proprie basi e dei propri affari”. (d.d.v.)