Una missione per l’ambiente

Ultimi preparativi per Aura, il satellite della Nasa che aiuterà i ricercatori a studiare l’atmosfera del nostro pianeta. Aura raggiungerà nell’orbita terrestre Terra e Aqua, gli altri due satelliti del progetto “Earth Observing System” (Eos), avviato nel 1999 dall’agenzia spaziale americana in collaborazione con numerosi partner internazionali. Tre gli obiettivi principali della missione Aura: monitorare il livello dello strato d’ozono nella stratosfera, valutare la qualità dell’aria della troposfera e studiare i cambiamenti del clima. La missione è gestita dal Goddard Space Flight Center della Nasa, nel Maryland, e il satellite si trova ora presso la base di Vandenberg in California, dove dai primi di aprile sono in corso le ultime verifiche prima del conto alla rovescia. L’avvio della missione, tuttavia, ha subìto un ritardo imprevisto: poco prima del trasferimento del veicolo spaziale sulla rampa di lancio, infatti, un problema tecnico ha costretto gli ingegneri a ritardare la partenza, inizialmente prevista per il 19 giugno e ora programmata per l’8 luglio 2004. Il cattivo funzionamento di una valvola comprometteva infatti il sistema di pressurizzazione del secondo stadio del razzo Boeing Delta II 7920, il vettore utilizzato per lanciare in orbita il satellite, identico a quello già impiegato per la missione Aqua. Aura, che pesa quasi tre tonnellate ed è lungo sette metri, stazionerà in un’orbita polare ad un’altezza di circa 700 chilometri dalla crosta terrestre e invierà i dati alla base ogni 16 giorni. Il satellite rileverà la composizione e la struttura degli strati inferiori e superiori dell’atmosfera grazie a quattro sofisticati strumenti. Tali apparecchiature consentiranno la misurazione in tempo reale di una grande quantità di parametri geofisici come temperatura, pressione e concentrazione di numerosi gas responsabili dell’effetto serra, tra cui metano, clorofluorocarburi e, soprattutto, ozono. Questa sostanza chimica è normalmente presente a livello della stratosfera (la fascia dell’atmosfera che va dai 15 ai 50 chilometri di altezza) dove svolge un’indispensabile funzione protettiva contro le radiazioni ultraviolette provenienti dal sole. Al contrario, nella troposfera (la fascia più bassa dell’atmosfera) l’ozono rappresenta una sostanza inquinante particolarmente insidiosa.La quantità totale di ozono verrà misurata mediante uno spettrometro in grado di rilevare radiazioni visibili e ultraviolette (Omi, Ozone Monitoring Instrument) realizzato dalla Nasa in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Olandese (Nivr) e l’Istituto Meteorologico Finlandese (Fmi). Lo strumento fornirà mappe tridimensionali e profili verticali dell’ozono aggiornati quotidianamente. La prima misurazione diretta dell’ozono della troposfera sarà ottenuta invece dal Tropospheric Emission Spectrometer (Tes), uno spettrometro di Fourier a infrarossi, che quantificherà anche monossido di carbonio, metano, acido nitrico, vapore acqueo, monossido e biossido d’azoto della fascia più bassa dell’atmosfera. Un radiometro a scansione lungo la traccia a infrarossi (High Resolution Dynamics Limb Sounder, Hirdls) permetterà di quantificare la presenza di ozono, vapore acqueo, clorofluorocarburi, metano e composti azotati. Questo potente strumento, realizzato in collaborazione con il Regno Unito, consentirà anche di studiare il passaggio dell’ozono dalla stratosfera alla sottostante troposfera. Infine un’ulteriore quantificazione di ozono, cloroderivati e altri gas traccianti sarà ottenuta mediante il Microwawe Limb Sounder (Mls) che misura le microonde emesse da questi composti. L’enorme mole di dati proveniente da questo occhio orbitante aiuterà gli studiosi del clima a comprendere complicati processi atmosferici, come i fenomeni di riscaldamento o raffreddamento del pianeta e i meccanismi grazie ai quali l’atmosfera elimina gli inquinanti, auto-ripulendosi. Aura sarà il primo satellite a fornire una visione globale della troposfera, lo strato dell’atmosfera che noi occupiamo. Sarà anche in grado di valutare quanto dell’ozono della troposfera deriva dal normale “scivolamento” dallo strato superiore per effetto della circolazione atmosferica e quanto proviene invece dalla degradazione di inquinanti primari liberati nell’atmosfera dall’attività antropica.

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