Una storia vecchia 8000 anni

Il riscaldamento climatico degli ultimi anni è una conseguenza dei gas serra immessi e accumulati nell’atmosfera prima del decennio 1970-80. Per verificare gli effetti degli aumenti di anidride carbonica che si sono registrati da questa data fino ai nostri giorni dovremo invece attendere il 2020-30. E’ la conclusione di uno studio pubblicato su “Climatic change”, in cui si sostiene che l’influenza delle attività umane sul clima non è un fenomeno recente, sorto 150 anni fa in concomitanza con l’era industriale, ma cominciato ben 8.000 anni fa. Cioè, quando l’essere umano iniziò a praticare l’agricoltura, i disboscamenti, la deforestazione, i cambiamenti d’uso nel suolo e la sempre maggiore innovazione tecnologica nelle pratiche agricole. Solo che nel passato pre-industriale l’aumento delle emissioni provenienti dalle attività umane, di anidride carbonica e di metano in atmosfera è stato molto lento e graduale. Con l’avvento dell’era industriale, intorno al 1850, e la forte crescita della popolazione mondiale di quest’ultimo secolo si è invece registrata una notevole accelerazione dei processi di cambiamenti del clima. La ricerca ha infatti stimato che ci sono voluti più di 6.000 anni (dal 5000 a.C. circa fino al 1850) per far aumentare le concentrazioni di anidride carbonica di 40 parti per milione, mentre sono bastati gli ultimi 150 perché aumentassero di 90. Un ruolo cruciale in questi sbalzi di incrementi sarebbe svolto dagli oceani: questi funzionerebbero come enormi contenitori termici che rispondono lentamente, dopo circa 20-30 anni, alle variazioni termiche dell’atmosfera e del suolo. Ecco perché il riscaldamento climatico causato dagli aumenti di anidride carbonica avvenuti prima del 2000 sarà visibile non prima del 2020 e il 2030. (r.m.)

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