Salute

Covid-19, quando arriveranno i vaccini per gli under-12?

Prima agli over 16 e over 18, poi giù a scendere, fino a includere gli adolescenti (tutti gli over 12). A mancare ancora, nella fetta della popolazione che può ricevere i vaccini contro Covid-19, sono i più piccoli. Nessun vaccino anti-coronavirus è attualmente approvato per i bambini. E, sebbene si tratti di una fetta della popolazione mediamente più al riparo dagli effetti gravi della malattia, il rischio di infezione e trasmissione del contagio esiste.

Verosimilmente la ripresa delle scuole in presenza porterà a un aumento della diffusione del virus, come ha ricordato tra gli altri il virologo Massimo Galli nei giorni scorsi. I vaccini – che proteggono non solo dalla malattia ma anche dalle infezioni – potrebbe certo rappresentare un grande strumento di prevenzione, anche in questa fascia d’età. Ma quando arriveranno i vaccini per i più piccoli? E quali saranno?


Terza dose di vaccino anti-Covid, a chi è destinata


I primi vaccini entro la fine del 2021

Di vaccini per i più piccoli si parla già da tempo. Annunci dell’avvio di sperimentazioni cliniche ci sono stati già diversi mesi fa – sia da parte di Moderna, sia da parte di Pfizer-BioNTech per i loro prodotti a mRna – e già da allora le speranze e le proiezioni parlavano dei primi dati disponibili nel migliore dei casi in autunno, per cominciare con le vaccinazioni nei più piccoli agli inizi del 2022. A conti fatti appena un anno dopo l’arrivo dei vaccini destinati agli adulti.

A confermare che le tempistiche saranno probabilmente rispettate sono stati gli addetti ai lavori nei giorni scorsi. In un’intervista a Der Spiegel, la confondatrice della BioNTech Özlem Türeci ha dichiarato che nelle prossime settimane verranno presentati i dati relativi alle sperimentazioni per i bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni, a cui dovrebbero seguire, per la fine dell’anno quelli dei bambini ancora più piccoli, a partire dai sei mesi.

Ma anche Rochelle Walensky, a capo degli americani Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), a domanda diretta nel corso della trasmissione Today ha risposto che le tempistiche sono queste. Entro la fine dell’anno quindi dovrebbero arrivare i primi vaccini per gli under 12. Ma sul tema dei vaccini ai più piccoli negli scorsi giorni sono intervenuti in molti, sulla scia dell’avvio anche del nuovo anno scolastico che richiama, ancora a nuove sfide sul fronte del contenimento dei contagi.

“I bambini non sono piccoli adulti”

Tra gli interventi in materia spicca quello della Food and Drug Administration (Fda), l’ente regolatorio dei farmaci statunitense. In una nota firmata da Janet Woodcock e Peter Marks dell’agenzia – che azzardando previsioni non vanno oltre i “prossimi mesi” – vengono ribaditi concetti basilari quanto essenziali. Scrivono Woodcock e Marks: “I bambini non sono piccoli adulti”, e questo, insieme al fatto che parliamo di una popolazione ancora in crescita, pone questioni aggiuntive nella valutazione di sicurezza e di efficacia dei vaccini.

Prima tra tutte, per esempio, quella relativa alle formulazioni e alle dosi da somministrare. Realisticamente ridotte, come lasciato trapelare anche da BioNTech. “Condurre sperimentazioni cliniche per determinare la giusta dose di vaccino nei bambini richiede un lavoro aggiuntivo rispetto a quello fatto negli studi per gli adulti, tra cui assicurarsi che i dosaggi e le formulazioni usate siano adeguate sia dal punto di vista della sicurezza che nel generare una risposta immunitaria”, continuano dall’Fda, con un monito, nemmeno velato, a scoraggiare richieste di vaccinazione con i prodotti attualmente disponibili e non specifici per i bambini, invitando invece ad attendere i risultati e le valutazioni ufficiali degli esperti. Dalla stessa Fda nei mesi scorsi è arrivato inoltre l’invito ad allargare i campioni inclusi nello studio, al fine di aumentare le chance di individuare possibili effetti collaterali rari, come le miocarditi, ricordava il New York Times.

Quali le fasce d’età interessate

Il “buco” nella disponibilità dei vaccini riguarda oggi tutti gli under 12, dopo l’approvazione di Moderna e Pfizer-BioNTech a mRna per gli adolescenti, in Italia (negli Stati Uniti per gli adolescenti l’unico disponibile è quello Pfizer-BioNTech). I vaccini che arriveranno saranno indicati per gli under 12, presumibilmente, anche stando alle dichiarazioni fatte dalle case farmaceutiche, prima per i più grandi e in un secondo momento per i più piccoli.

Le sperimentazioni in corso nei più piccoli

Se i prodotti a mRna di Moderna e Pfizer-BioNTech sono quelli realisticamente più vicini, non sono certo gli unici in via di sperimentazione nei più piccoli. Esaminando attentamente per esempio il database dei trial clinici clinicaltrial.gov si scopre che anche il vaccino Sinovac-CoronaVac (un vaccino di tipo inattivato, ovvero contenente il virus ucciso, approvato dall’Organizzazione mondiale della sanità ma non autorizzato in Europa né negli Stati Uniti) verrà testato su bambini e ragazzi di età compresa tra i 3 e i 17 anni (sebbene il trial risulti ancora non attivo). Lo stesso per il vaccino VeroCell (sempre appartenente alla tipologia inattivato).

I vaccini per i più piccoli servono?

“Auspichiamo la possibilità che il vaccino contro Covid, confermando i promettenti dati ad oggi disponibili, dimostri la propria efficacia e la propria sicurezza anche nei soggetti da 0 a 12 anni in modo che, completato l’iter previsto dalle norme, anche i più piccoli possano usufruire della stessa possibilità di prevenzione contro il Sars-Cov-2”. L’auspicio è dell’Associazione degli ospedali pediatrici italiani e la Società italiana di pediatria. Lo hanno fatto attraverso una nota condivisa in cui ricordavano perché è necessario procedere alla vaccinazione anche dei più piccoli: “Proteggere la loro salute dal Covid-19; normalizzare la loro vita (scuola, socializzazione); ridurre la circolazione virale nell’intera popolazione”. Perché, se è vero che gli effetti gravi dell’infezione nei bambini sono rari non possono essere esclusi, così come gli eventuali effetti a lungo termine (long-Covid) una volta passata la fase acuta.

Via: Wired.it

Credits immagine: Ben Wicks on Unsplash

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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