Gli europei? Fatti per essere vegetariani

I geni degli europei avrebbero una preferenza alla “dieta verde”. Ad affermarlo è uno studio della Cornell University, apparso sulla rivista Nature Ecology and Evolution, che descrive per la prima volta gli adattamenti genetici che si sono verificati prima e dopo l’introduzione dell’agricoltura, avvenuta circa 10mila anni fa.

Prima di allora gli europei erano principalmente cacciatori che si cibavano di animali, ma dopo la diffusione dell’agricoltura, prima nell’Europa meridionale (circa 8.000 anni fa), e successivamente anche al nord, i contadini sono passati principalmente a un’alimentazione vegetariana.

Per capire come (e se) un cambiamento così epocale si sia impresso nei geni, i ricercatori hanno confrontato i dati di più di 25 studi, che esaminavano il DNA antico di resti umani risalenti dai 30mila anni fa fino a circa 2mila anni fa e il DNA di popolazioni contemporanee. Dai risultati è emerso che gli adattamenti si sono verificati in una regione genomica importante che include il gene Fads1 (fatty acid desaturase, desaturasi degli acidi grassi): differenti “versioni” dello stesso gene (in gergo frequenze alleliche) corrispondevano ai diversi tipi di dieta adottati.

In particolare, i risultati mettono in evidenza come le diete vegetariane delle antiche popolazioni europee abbiano portato a una maggiore frequenza di un allele che codifica enzimi che svolgono un ruolo fondamentale nella biosintesi degli acidi grassi, come omega3 e omega6, nutrienti assenti negli alimenti di origine vegetale. Al contrario, prima dell’agricoltura, con le diete carnivore dei cacciatori europei veniva prevalentemente favorita una versione diversa dello stesso gene, che limita l’attività di questi enzimi ed era, quindi, più adatta alle persone che seguivano una dieta a base di carne o pesce.

Le diete vegetariane degli europei, continuano i ricercatori, avrebbero portato dunque a un aumento di frequenza degli alleli che producono enzimi per metabolizzare le piante. Ma non solo: questo aumento di frequenza sarebbe stato guidato dalla selezione naturale: gli agricoltori europei avevano dei vantaggi dati da un assetto genetico del genere, che avrebbe permesso loro di riprodursi e passare gli stesi geni alla prole.

Riferimenti: Nature Ecology and Evolution

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