Viaggio nell’universo

Margherita Hack e Federico Taddia
Perché le stelle non ci cadono in testa? E tante altre domande sull’astronomia
Editoriale Scienza 2010, pp. 87, euro 11,90

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Fare domande è il metodo migliore per imparare. Se poi a rispondere è un personaggio del calibro e della simpatia di Margherita Hack perfino una materia difficile come l’astrofisica può diventare un gioco da ragazzi. Ed è proprio ai ragazzi che è dedicato Perché le stelle non ci cadono in testa?, il nuovo volume delle Teste Toste in cui Federico Taddia torna all’attacco con le sue domande impertinenti. Come si fa a vedere un buco nero? Quanti anni ha l’universo? Gli animali sono mai stati sulla luna? Sono soltanto alcuni dei curiosi interrogativi che trovano risposta in questo agile libretto che, pur essendo dedicato ai più piccoli, è godibilissimo e istruttivo anche per gli adulti, e assolutamente consigliato a tutti gli insegnanti, che potranno trovarvi tanti preziosi spunti per rendere più attraente il proprio mestiere. Il testo è arricchito dalle simpatiche illustrazioni di Roberto Luciani ed è corredato da un indice che aiuta ad orientarsi nella selva delle domande.

Il nostro viaggio nell’astronomia può iniziare da qualsiasi pagina. Il miglior modo per imparare è sfogliare lasciandosi guidare dall’istinto e dalla curiosità. E a mano a mano che procediamo ci accorgiamo che sono davvero tante le cose del nostro universo che non sapevamo. Per esempio: qual è la differenza tra l’eclisse lunare ed eclisse solare? Ma questa è ancora una domanda molto facile, a cui mi auguro saranno in molti a saper rispondere. Meno scontato è che si sappia che cos’è il Pioneer e qual è la sua missione. Si tratta di una sonda che vaga ai confini del sistema solare e che è incaricata di portare a eventuali alieni notizie sulla nostra specie e sul nostro pianeta. Data la vastità dell’universo e la quantità di sistemi solari, infatti, sembra difficile che il nostro sia l’unico pianeta abitato, anche se, tra quelli conosciuti, la terra è quello che ha le caratteristiche più adatte a ospitare la vita, e cioè l’acqua, l’ossigeno e una temperatura ideale. Però in fondo anche Marte sembra un posto abbastanza ospitale. Le sue temperature non sono troppo diverse da quelle della terra: per visitarlo basterebbe una giaccone molto pesante. Per questo oggi forse la più grande sfida dell’astronomia è proprio quella di visitare il pianeta rosso. Chissà, magari in un futuro non troppo lontano potremmo andarci in vacanza. Certo, la sua atmosfera è un po’ troppo ricca di anidride carbonica per i nostri polmoni, ma è anche vero che se continuiamo a inquinare al ritmo degli ultimi decenni la terra finirà per assomigliare al suo vicino anche in questo e avrà un’aria altrettanto difficile da respirare, mentre le sue temperature diventeranno più simili a quelle di Venere, anche se c’è da sperare che il surriscaldamento globale non arriverà ai 500° C del cosiddetto pianeta dell’amore!

Le alte temperature, comunque, non sono affatto un’originalità nel nostro universo. Il sole, per esempio, brucia a una temperatura di quattordici milioni di gradi. Ma non stupitevi: è perfettamente nella media per essere una stella. Tutte le sue colleghe, infatti, liberano energia attraverso la fusione nucleare, che per essere innescata richiede almeno una decina di milioni di gradi. Insomma, non si scherza. Per fortuna, però, la fusione nucleare che avviene nelle stelle è più pacifica della fissione nucleare che fa esplodere le bombe. Mentre quest’ultima scinde gli atomi di elio in atomi d’idrogeno, la fusione nucleare fa esattamente l’opposto, trasformando l’idrogeno in elio. E già, le stelle sono pacifiste, almeno loro. Sarà forse anche per questo che Margherita le ama tanto. Le sue preferite, ci svela a pagina 19, sono le Cefeidi, che hanno la peculiarità di variare la propria intensità luminosa. Nonostante siano proprio stelle, insomma, sono un po’ lunatiche. E a proposito di lune, lo sapevate che Nettuno ne ha addirittura otto? Chissà come dev’essere un cielo con otto lune, sembra difficile perfino immaginarselo. Certo è che Nettuno sembra più fortunato del vicino Plutone che recentemente è stato surclassato a pianetino. Un declassamento che era nell’aria da tempo. Gli astronomi, infatti, avevano già notato che Plutone aveva qualche cosa di diverso dagli altri pianeti del sistema solare. La sua orbita è, in confronto alle altre, lunga ed inclinata, un po’ come se fosse stata stirata. C’è voluta però la scoperta di tutto uno stuolo di piccoli corpi celesti simili a lui per creare una nuova classe, quella dei pianetini, appunto. Coìi oggi è Nettuno ad essere considerato il pianeta più esterno del nostro sistema solare, mentre il più interno è sempre Mercurio.

Oltre il nostro sistema solare, l’avventura continua tra gli altri sistemi che popolano la via Lattea, e poi, oltre la nostra galassia, in direzione di Andromeda, attraverso un viaggio nello spazio e nel tempo che ci fa incontrare Galilei e Giordano Bruno, il Big Bang e la Grande Muraglia. Procediamo sempre accompagnati dalla curiosità e dall’immaginazione e arriviamo alla fine del libro che abbiamo imparato un sacco di cose.       

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