Videogiochi: potrebbero addirittura far bene al cervello

(Foto: Pixabay)

“Sono ore che stai davanti ai videogiochi!”. Chi non si è mai sentito urlare questa frase da bambino, seguita dallo schermo che d’improvviso si fa nero e da un pianto di disperazione? A dare manforte oggi al divertimento dei più piccoli arriva un nuovo studio che suggerisce come i videogame potrebbero, sotto alcuni aspetti, far bene al cervello. A raccontarlo sulle pagine della rivista Jama Network Open sono stati i ricercatori dell’Università del Vermont, secondo cui i videogiochi potrebbero essere associati a migliori prestazioni cognitive dei bambini, anche se va sottolineato che serviranno ulteriori ricerche per analizzare nel dettaglio i potenziali benefici e danni sul cervello in via di sviluppo.

Sebbene precedenti studi abbiano provato a far luce sulla relazione tra videogiochi e comportamento cognitivo, suggerendo potenziali associazioni tra questi e un amento di depressioneviolenza e comportamenti aggressivi, i meccanismi neurobiologici alla base non sono ancora stati compresi. Per colmare questa lacuna, gli scienziati hanno passato in rassegna i dati relativi a sondaggi, test cognitivi e di imaging cerebrale provenienti dall’Adolescent Brain Cognitive Development Study (Abcd), uno studio attualmente in corso supportato dal National Institute on Drug Abuse (Nida) e da altri enti del National Institutes of Health.

Per un totale di 2mila bambini, i ricercatori hanno osservato che chi giocava ai videogiochi per tre o più ore al giorno presentava risultati migliori nei test relativi alle abilità cognitive, come il controllo del comportamento impulsivo, la memorizzazione di informazioni e l’esecuzione dei compiti, rispetto a chi non ci avevano mai giocato. La soglia delle tre ore, precisiamo, è stata selezionata in quanto supera la quantità di tempo indicata dalle linee guida dell’American Academy of Pediatrics, che raccomandano appunto di limitare il tempo di gioco a una o due ore al giorno per i bambini più grandi. In particolare, è stato osservato che i bambini che giocavano per più di tre ore al giorno erano più veloci e accurati nello svolgere compiti cognitivi. Non solo: le analisi di imaging cerebrale, svolte con la risonanza magnetica funzionale, hanno rilevato che gli stessi bambini mostravano un’attività cerebrale più elevata nelle regioni del cervello associate all’attenzione e alla memoria. Tuttavia, hanno mostrato anche una minore attività cerebrale nelle regioni cerebrali legate alla vista.

“Numerose ricerche hanno collegato i videogiochi ai problemi di salute mentale, ma quest’ultima suggerisce che potrebbero esserci anche benefici cognitivi associati a questo passatempo, che meritano ulteriori indagini”, commenta Nora Volkow, direttrice del Nida. Sebbene, infatti, alcuni bambini che giocavano ai videogiochi per tre o più ore al giorno tendessero a mostrare problemi comportamentali, i ricercatori hanno scoperto che questa associazione non era statisticamente significativa. Tuttavia, lo studio presenta diverse limitazioni, come il fatto che non è stato possibile determinare un rapporto di causa-effetto, ma solamente un’associazione tra videogiochi e abilità cognitive.

Per questo, gli scienziati tengono a sottolineare che questi risultati non devono spingere i bambini a trascorrere ore e ore davanti al computer, cellulari o tv. “Anche se non possiamo dire che giocare regolarmente ai videogiochi possa portare a prestazioni neurocognitive superiori, è una scoperta incoraggiante e dobbiamo continuare a indagare su questi bambini fino all’adolescenza e all’età adulta”, conclude l’autore Bader Chaarani. “Molti genitori oggi sono preoccupati per gli effetti dei videogiochi sulla salute e sullo sviluppo dei propri figli e, poiché questi giochi continuano ad aumentare tra i giovani, è fondamentale comprendere meglio l’impatto sia positivo che negativo che possono avere”.

Via: Wired.it

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